Urbino, lì 13/12/2017 nella sede dell'UNILIT
di Urbino, in collaborazione con il Circolo Acli-Centro
Universitario e le Conversazioni di Palazzo Petrangolini, la scrittrice Maria Grazia Maiorino di
Ancona presenta la sua raccolta di poesie, "La pietra
salvata".
In questo video la scrittrice Germana Duca Ruggeri come
moderatrice pone domande alla Maiorino. Questa risponde
ricorrendo anche alla lettura di alcune sue poesie.
"L'ospite atteso..." come altri frammenti letti sono "post"
del Blog (ovvero diario nel web) contenuto nella
pubblicazione.
N.B. La lettura dei brani spesso è
seguita da una breve discussione e da una presentazione
della lettura successiva. Ne segue che la
presentazione della poesia letta è contenuta nella parte
finale del video precedente.
Intervista di Germana Duca,
GD, a
Maria Grazia Maiorino,
MGM
(Scritta e
gentilmente fornita da Germana Duca)
L'intervista di GD Germana Duca a MGM Maria Grazia Maiorino,
nella presentazione presso il salone del Circolo Acli-Centro
Universitario, permette di capire pienamente il nuovo libro
della Maiorino e la sua nuova poesia di forte tensione
spirituale: della poesia che dialoga con la preghiera e che
si affida ai temi ed ai luoghi visitati. In particolare la
città: Belluno, Melfi, Ancona, riferimenti di formazione,
Urbino, Betlemme, Gerusalemme come città dell'anima, direbbe
Carlo Bo, specialmente Gerusalemme nelle traversie e nelle
violenze attuali e manipolazioni, in tutti i sensi. Poi, le
donne fra spiritualità e politica, qui il tenore della sua
poesia civile. Il pellegrinaggio: in una forma nuova.
mentale e di comunicazione. Intervista e dialogo di alta
fraternità fra poeti e persone all'ascolto di Papa
Francesco. (Gastone Mosci)
GD Maria Grazia Maiorino: "La pietra salvata". Sulla
copertina una croce, al centro di una antica stele
abbandonata. E'una foto in bianco e nero del 2005, scattata
da Elisabetta Masi in Armenia.
Idea di viaggio. Viaggio alle origini del Cristianesimo,
nello spazio, nel tempo, nell'interiorità.
In queste cento pagine esatte tu, Maria Grazia, ci vieni
incontro con passo garbato e deciso per dirci la tua fede
risorta, la possibilità di riconoscere Dio nell'universo, il
fratello in uno sconosciuto. Nei tuoi versi vale il
presente, con la quotidianità della vita e del lavoro, e
vale il passato, che dà vigore al pensiero, alla preghiera,
alla ricerca spirituale.
Come si legano questi due tempi? E con quali aperture
rispetto al futuro?
MGM In questi giorni, preparandomi al nostro incontro di
Urbino, ho ripreso in mano un libro prezioso, letto e
riletto tanto tempo fa, "Lo spirituale nell'arte", di
Wassily Kandinsky .Scritto più di un secolo fa, mai come
adesso ha parlato al mio cuore. Lui, pittore, cita un
musicista, Schumann, per introdurre il suo discorso
sull'arte: "Illuminare la profondità del cuore umano è il
compito dell'artista". Parole che già dicono tutto. La vera
arte è luce. E' conoscenza che avviene attraverso il
linguaggio dei simboli, delle analogie, dei colori, dei
suoni. E mi piace far rimare poesia con profezia, profeta
con poeta." Il profeta è colui che guida l'umanità a
"pensare in altra luce" (M. Zambrano). "La vera opera d'arte
nasce dall'artista in modo misterioso, enigmatico,
mistico... Staccandosi da lui assume una sua personalità...
collabora alla creazione della vita spirituale"(ancora
Kandinsky). Entra nella corrente dello spirito, diventa via
di Bellezza che ci trasporta in alto rispetto alla fragilità
nostra e del mondo. Questa è l'eredità culturale che conta,
tutto ciò che abbiamo incontrato percorrendo tale via. Io mi
sento plasmata, modellata, costruita dalle letture, dai
quadri, dalla musica, dalla poesia, in modo naturale; è
accaduto fin da quando ero piccola e ancora inconsapevole,
sentivo il fascino di cose molto più grandi di me, racchiuse
ad esempio nelle pagine di un libro, come "L'isola del
tesoro" di Stevenson con i suoi sconfinati orizzonti marini.
Sentivo il piacere di imparare cose nuove e perciò lo studio
non mi pesava, faceva parte di quel piacere. Il presente è
il movimento continuo della coscienza, delle esperienze, che
tassello dopo tassello andranno a costruire il disegno,
visibile solo alla fine, nel compimento, nell'attesa del
compimento. Il futuro è prefigurato dall'attesa, a patto che
ci siano progetto e speranza nella possibilità di dare un
senso alla propria vita.
GD Apriamo il libro ed ecco la dedica: "Ai miei genitori".
Viaggiatori anche loro, con le dovute distanze e differenze,
su e giù per l'Italia: Belluno, Melfi, Ancona, con andate e
ritorni, confluiti nell'esperienza tua e nella tua
scrittura. Maria Grazia viaggiatrice, prima con l'amato, poi
sola o con altre persone, da Oriente a Occidente, e
viceversa. Viaggio e pellegrinaggio: India e Stati Uniti,
buona parte d'Europa - Lourdes compresa; Marocco,
Terrasanta... E Italia, naturalmente; tanto per citare:
Veneto, Friuli, Urbino e le Marche, L'Aquila...
Anche il nostro viaggio fra le pagine della tua raccolta sta
per iniziare.
Che ne diresti di guidarci lungo il cammino da te compiuto,
magari muovendo dal tema dell'amore?
MGM Il poemetto "Blog" che apre il libro comprende l'
insieme di testi scritti come un diario parallelo
(rigorosamente cartaceo) al blog "comelargentina" del mio
amico Riccardo, durante il suo viaggio avventuroso
nell'America del Sud durato circa sei mesi, tra il 2008 e il
2009. Così mi è capitato di mettere insieme esperienze
diverse, come un breve viaggio in Marocco, il ritorno a
L'Aquila esattamente un anno prima del terremoto, Belluno,
Varenna, e altri vagabondaggi di sensazioni, pensieri,
riflessioni, anche in relazione all'attualità. Due viaggi,
molto diversi, raccontati in sequenze alternate sul filo
dell'amicizia.
Tu hai scelto il tema dell'amore e io aggiungo che lo sfondo
iniziale è quello di una casa nuova, da dove si vede un
pezzetto di mare e il Conero. La prima casa abitata da
sola...
Letti alcuni post del
BLOG L'ospite atteso... Notte aquilana
GD L'immersione nei ricordi risveglia la partecipazione;
quel senso di fraternità con le cose, la natura, le persone,
che mi sembra sia il tratto distintivo della seconda
sezione, "Campo del cinabro".
Di che cosa si tratta? E, in particolare, i ricordi si
possono considerare un punto da cui ripartire?
MGM ho mai visto i ricordi come qualcosa di fisso, di
immobile, sono una proustiana convinta e ho sempre
sperimentato che essi mutano con noi, hanno colori cangianti
e una consistenza simile a quella dei sogni. Ogni volta il
tempo perduto è un tempo ritrovato e seme di future
prospettive, non uno spazio di consolazione in cui
rifugiarci e rinchiuderci. I nostri ricordi individuali sono
tanti rivoli che vanno a finire nella grande memoria
collettiva, perciò amo gli archivi che conservano lettere
diari autobiografie: l'altra faccia della Storia con la S
maiuscola. Per quanto riguarda il destino di nomadi su e giù
per l'Italia, dei miei genitori e mio, vorrei provare a
dirtelo con una poesia che non ho inserito, perché ha avuto
bisogno di una lunghissima elaborazione, ma ne sento molto
la mancanza ne "La pietra salvata". E' dedicata a mio padre
e mi sembra che i versi riecheggino anche le cose che ci
siamo dette fin qui. Parte da un fotografia, dell'immediato
dopoguerra, io piccolissima accanto a un padre alto e
severo. E' intitolata QUESTA NOSTRA ITALIA: Bambina in
pellicciotto maculato davo la mano / all'albero grande
cappotto scuro nascosta / la chioma oltre la falda del
cappello // Padre trapiantato in una piazza conchiglia / la
fontana rotonda tra cedri del Libano e abeti / la tua terra
è una campagna lontana / dove gli abeti si cambiano in ulivi
e fichi / profumati e asini in fila riportano gli uomini / a
casa con le ceste oscillanti al tramontare // Incisa nella
somiglianza e ombra divisa / la tua terra è insuperata
distanza / che la memoria vorrebbe riunire / mettendo
insieme questa nostra Italia / che forse solo il mare saprà
raccontare / con le mille voci dello spaesamento / e le
montagne stregate pregate / come paradisi mai scalati.
Ritornando alla seconda sezione, il titolo è quello della
prima poesia, dedicata a una maestra cinese di taicì che ho
avuto la fortuna di conoscere, il suo nome significa fiore
di susino. Ho praticato per una decina di anni questa antica
arte marziale, trasformata in una pratica che potremmo
chiamare "meditazione in movimento": si esercita in gruppo
con una bella trasmissione di energia attraverso la fluidità
e l'armonia di forme e figure che coinvolgono tutte le parti
del corpo. Il chi è l'energia vitale e il tantien è il punto
appena sotto l'ombelico dove essa si raccoglie, detto
anticamente campo del cinabro.
Lette le seguenti poesie:
CAMPO DEL CINABRO
QUANDO VIENE MAGGIO
PRINCIPE EGIZIO
LE ROSE DI ANOAR
GD Da "Le rose di Anoar" a "Mughetti", restando in tema di
fiori, il passo non è breve.
Ci potresti spiegare perché?
MGM Questo testo fa parte della terza sezione, "Da silenzio
a silenzio", dove, come si può intuire fin dal titolo, è più
evidente il cammino verso l'oltre, l'invisibile, la
preghiera e la percezione del sacro, quasi sempre
"incarnato" nelle piccole e umili cose, nella natura e nelle
persone, come avete già sottolineato sia tu sia Gastone, ma
cercando anche di varcare il confine, "il recinto", per
tentare altre vie. Nella poesia che hai scelto racconto una
mia esperienza interiore, che parte da un lontano desiderio,
realizzato molto più tardi e in modo impensabile.
Nell'attesa i ricordi mutano in preghiera e contemplazione.
Letta la poesia: MUGHETTI
GD Simili ai mughetti nel colore e nella forma sono i
bianchi elmetti delle donne minatrici del Sulcis.
Come ricorderete, nel dicembre del 2014, esse diedero vita
in Sardegna alla prima occupazione al femminile di una
miniera. A chi le intervistava, chiedendo i loro nomi,
rispondevano che si chiamavano tutte Maria.
Che origine ha avuto - e che percorso ha fatto - "Natale in
miniera", prima di entrare ne "La pietra salvata"?
MGM
Lo spunto di questo testo è un articolo di giornale. Non
solo cronaca, un editoriale scritto molto bene, con empatia
e penna femminile, che già suggeriva la sacralità
dell'immagine delle donne dietro i cancelli di una sorta di
"clausura". Infatti c'era anche una foto molto bella ad
accompagnare la notizia: le donne indossavano gli elmetti
che spiccavano, sopra i passamontagna neri, con il loro
candore e assomigliavano un po' a suore di cui si
intravedevano solo gli occhi spaventati. Così, con la fatica
e la pazienza che richiede il lavoro artigianale della
poesia, ho costruito il testo per raggiungere la mia
visione. Un timido biglietto di Natale per gli amici più
cari, generosamente raccolto nel blog di Fanocittà. Un dono
e un incoraggiamento...
Letta la poesia: NATALE IN MINIERA
GD Restiamo sull'attualità di maggior rilievo mondiale in
questi giorni: Gerusalemme in primo piano su tutti i media,
dopo l'annuncio di Trump che la vorrebbe capitale di
Israele.
Gerusalemme in primo piano anche nella penultima sezione del
tuo libro, intitolata appunto "Viaggio in Terrasanta".
Che ne pensi di quello che sta accadendo, nel riaccendersi
del conflitto fra Israeliani e Palestinesi, rispetto alla
Gerusalemme che hai visitato e porti nel cuore?
MGM Porterò sempre con me la prima immagine di Gerusalemme
dal Monte degli ulivi, dopo una giornata di pellegrinaggio
da Nazareth fino al mar Morto e alle rovine di Qumran,
eravamo accaldati e sfiniti, forse nelle condizioni migliori
per lasciarci andare a quella tappa conclusiva come se fosse
un sogno.
Gerusalemme mi apparve in tutta la sua bellezza, rimasi
incantata come se avessi visto, è difficile trovare le
parole, qualcosa che corrispondeva a una nostalgia antica, a
un archetipo, e mi sentii appagata e felice come nei momenti
più belli dei miei viaggi, e ancora di più. Perché di più?
Forse sentivo confusamente che l'avrei ritrovata e amata e
cantata, e toccata ancora e ancora. E così in fondo accade,
soprattutto quando si pregano i salmi. Così è per i luoghi
della Terrasanta che ti fanno quasi toccare quello che trovi
nelle pagine della Bibbia, sempre che tu abbia un certo
sguardo. Gerusalemme è un simbolo di pace e di amore, una
casa e un ponte fra Oriente e Occidente, quello che succede
nella realtà mi sembra un sacrilegio. Ho visto con i miei
occhi i segni della violenza, i bunker scavati nelle rocce
del deserto, le tende dei poveri, il muro fra Betlemme e
Gerusalemme. E con la poesia ho immaginato un futuro
diverso, un canto non più discordante ma comune, un emblema
di riscatto per tutti i popoli. Non è un caso se il nome di
Gerusalemme ritorna nei versi finali del mio libro,
svelando, almeno in parte, il mistero salvifico della pietra
misteriosa raffigurata in copertina.
Letta la poesia: JERUSALEM
GD
Il nostro viaggio dentro "La pietra salvata", iniziato
considerando l'amore terreno, ci riserva verso la fine la
sorpresa dell'amore in absentia. Che diviene più viva
presenza, tutt'uno con l'Amore divino, nel misterioso
accostamento di significati umani e sovrumani.
Siamo in Galilea, nella chiesa di Cana, dove le coppie
sposate salgono all'altare per il rinnovo delle promesse
matrimoniali.
Vorrei fossi tu, Maria Grazia, a continuare il racconto,
prima di leggere la poesia dove, in bella sintesi fra vita e
fede, esprimi la verità di entrambi i sentimenti.
MGM La chiesa di Cana è il Santuario della Mediazione di
Maria, come tutti sanno associato all'idea delle nozze,
della festa e del primo miracolo di Gesù, fatto per obbedire
al richiamo di sua Madre. Le coppie di sposi ricevono
davvero una pergamena, e io ho sentito il forte desiderio di
partecipare a quel rito anche se ero sola. Così è nata la
poesia: una celebrazione laica attraverso la memoria insieme
alla possibilità di proseguire il cammino nell'invisibile,
in un dialogo che continua con l'amato aprendosi all'amore
di Dio.
Letta la poesia: NELLA CHIESA DI CANA
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