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RUBRICA   domenica  04  febbraio  2007  ore 13

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CARTOLINA DALLE MARCHE

PUNTATA N° 19   11^ EDIZIONE

 

MOZART  compie 250 anni

 

“Oh! Caro Mozart! Come va? Vedo che sta bene! Buon compleanno! Quanti ne compie? Come? 250 anni, dice? Ma no, Lei non è affatto invecchiato! Si mantiene giovane e fresco come le sue musiche!”

E a proposito di musiche, grande concerto è stato quello del 27 gennaio scorso a Pesaro, al Teatro Rossini, eseguito per festeggiare degnamente il 250° anniversario della nascita del grande compositore e reso possibile grazie all’Ente Concerti di Pesaro, con il patrocinio del Comune di Pesaro, della Direzione Generale dello Spettacolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, della Banca delle Marche e in collaborazione con la Fondazione “G. Rossini”.

La serata, che si è distinta per la insolita durata (ben tre ore di pura musica, esclusi gli intervalli!), ha avuto inizio alle 19 ed era suddivisa in tre parti. Nella prima ha suonato l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, diretta e accompagnata dal pianista di Singapore Melvyn Tan. La seconda parte era dominata dal concerto dei Wiener Philarmoniker diretti dall’ottimo M° Riccardo Muti. Ha concluso la serata, nella terza parte, l’Orchestra Sinfonica “G. Rossini”, diretta dal M° Paolo Ponziano Ciardi, accompagnata dal Coro Santa Maria di Loreto, diretto dal M° Simone Baiocchi.

L’Orchestra Filarmonica Marchigiana ha eseguito, nell’ordine, i due Concerti per Pianoforte e Orchestra K467 (in do maggiore) e K466 (in re minore). Il pianista si è distinto per una particolarità. Le sue piccole mani esaltavano il ruolo della melodia utilizzando la tecnica dello staccato, soprattutto nel secondo movimento, valorizzando, in una, il dialogo con i violini che pizzicavano le corde. Il primo concerto ha evidenziato la freschezza compositiva del genio e ogni nota suonata dal pianoforte, piena, rotonda e scoccante, era una piccola perla incastonata nella splendida cornice orchestrale, che contava 45 elementi.

Caratteristica del Maestro pianista era anche la simpatia che trasfondeva nel pubblico, un vero valore aggiunto al carattere brioso delle opere mozartiane, sia pur alternato a momenti lirici molto intensi, languidi e peccaminosi, quasi ad evidenziare il carattere manieristico del piacere di godersi la bella vita. Mozart è preciso e prevedibile. Si sa che da un punto di partenza, si aspettano delle evoluzioni tematiche e ritmiche, delle conclusioni e delle cadenze di ampio respiro. Mozart è regolare come un orologio svizzero e trasmette adrenalina nella sfera psicologica di chi lo ascolta.

Il severo pubblico pesarese, attento e per nulla propenso a sconti, ha apprezzato l’interpretazione e ha pagato con calorosi e lunghi applausi.

Alle 20 15 è iniziato, puntualissimo, il collegamento in mondovisione via satellite con la ORF2, la seconda rete della Radio Televisione Austriaca, che ha trasmesso la serata di gala con i Wiener Philarmoniker diretti dal M° Riccardo Muti. In scaletta sono stati eseguiti brani strumentali e lirici tratti dalle opere più importanti del compositore: la Sinfonia Haffner; il mottetto Exultate, Jubilate (cantato dalla bellissima soprano Cecilia Bartoli); un’aria e un recitativo da Le Nozze di Figaro (cantati dal tenore Thomas Hampson); Là ci darem la mano dal Don Giovanni (cantato da entrambi) e un brano de Il Flauto Magico.

Inutile spendere parole, perché il M° Muti non ha bisogno di commenti, se non per puntualizzare la sua innata caratteristica di attaccare subito con la musica appena arrivato e la sua predilezione per la precisione ritimica senza “sbavature” e “fronzoli” romanticheggianti.

Al termine del concerto, alle 21 15 la serata è proseguita con un ampio buffet alla Sala della Repubblica, dove il pubblico ha potuto assaporare le note dolci e salate dei bocconcini, sotto lo sguardo vigile e benevolo di Rossini, che troneggiava in un quadro dall’alto della parete.

La terza parte della serata ci ha riportati a Pesaro, con l’Orchestra Sinfonica, che ha esordito con la Sinfonia dei giocattoli in do maggiore di Leopold Mozart, il padre del genio. Leopold e Wolfgang hanno apparentemente poco in comune e le differenze si notano non tanto nella semplicità e genuinità dell’impianto compositivo del capostipite, quanto nella circostanza che Leopold era ancora legato agli stili compositivi dell’epoca barocca coeva a Bach e Haydn. Inoltre, il genere musicale scelto per l’occasione è incompatibile con i brani mozartiani, perché si tratta di musica descrittiva di vivaldiana memoria, che esprime attraverso le note le sensazioni uditive e quelle della fantasia.

Con la Serenata per archi in sol maggiore K525 Eine kleine Nachtmusik si entra nel vivo del concerto. Mozart dà il meglio di sé, con le sue melodie manierate, gradevoli all’ascolto e di immediata percezione, in tutti e quattro i tempi. L’opera non è romantica e anche la Romanza e il Minuetto non si concedono a effusioni. Tuttavia, essa esprime una sua carica emotiva e un lirismo appassionato, denso, caldo, riflessivo, tali da effondere questo sentimento verso il pubblico. La Serenata è fresca, duttile, estremamente funzionale e rigorosa nello stesso tempo. Tutte caratteristiche che l’Orchestra Sinfonica ha reso degnamente, senza nulla togliere all’ovviamente imparagonabile esecuzione dei Wiener del M° Muti.

Ha concluso la serata l’Ave Verum Corpus per coro misto K618, con cui il Direttore d’Orchestra ha voluto accoppiare sapientemente la ricorrenza mozartiana con la Giornata della Memoria.

Il pubblico ha applaudito calorosamente alla fine del concerto, meritandosi il bis del brano corale. La serata, ormai, rientrerà per sempre nel libro dei ricordi felici e le musiche hanno avuto anche la capacità terapeutica di smaltire, nonostante la lunghezza del programma, tutta la stanchezza dell’intensa giornata lavorativa. “Caro Mozart, ancora buon compleanno e grazie ancora per averci dato bellissime composizioni. L’aspettiamo alla prossima occasione!”

 

FRANCESCO VENDITTI

  

 

 

Dolci tipici di carnevale

diffusi nelle Marche

 

 

Cari amici della Cartolina, buona domenica da Francesco Venditti. Siamo nel vivo della stagione del Carnevale e anche noi non manchiamo all’appuntamento. Oggi vi parliamo, sia pure brevemente, dei dolci tipici di carnevale diffusi nelle Marche. Essi contengono una caratteristica comune: non eccedono mai in dolcezza. Tutte le dosi e gli ingredienti sono studiati fin nei minimi particolari, dal momento che le ricette derivano tutte dalla saggezza popolare marchigiana, mai usa agli eccessi, anche perché lo zucchero era un bene prezioso. Ricordiamo la Pizza o Crescia di Pasqua. Viene attestata sia la ricetta dolce che quella salata, ma quest’ultima è la più diffusa e utilizza l’ingrediente base che è il formaggio. Si usa normalmente il parmigiano reggiano, ma nell’anconetano e nel maceratese si inseriscono nell’impasto scaglie di emmenthal o fontina. Molto conosciute soprattutto nell’urbinate e nel pesarese anche le cresciole o chiacchiere, una varietà di frittelle di varia forma, croccanti e ricoperte di zucchero a velo. Buonissime anche le castagnole, paste di forma allungata esternamente glassate con rhum e zucchero e internamente ricoperte con la crema o zabaione, ma possono essere prodotte anche vuote. Buone anche le frappe di Carnevale, che sono simili alle chiacchiere; gli scroccafusi, una variante delle castagnole, ossia palline di pasta con cannella e scorza di limone prima lessate in acqua bollente e poi fritte, spolverate di zucchero e bagnate con alchermes. Ricordiamo, infine, la cicerchiata, tipica da Macerata ad Ascoli Piceno, realizzata con farina, uova, zucchero e mistrà, liquore marchigiano a base di anice. Quindi si realizzano pallottoline di pasta che vanno fritte in olio o strutto, amalgamate con miele e composte in forma di ciambella piuttosto piatta, talvolta cosparsa di pinoli.

 

Per quanto riguarda la stagione teatrale, segnaliamo:

 

Per quanto riguarda i concerti, segnaliamo:

 

-Prosegue la tournée dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Si esibirà oggi, alle 17 30, al Teatro dell’Aquila di Fermo e il 6 febbraio, al Teatro Pergolesi di Jesi, con musiche di Beethoven e Brahms. Dirige il Maestro Donato Renzetti con, al pianoforte, il Maestro Giuseppe Andalòro.

 

-Ad Ancona, al Teatro delle Muse, oggi pomeriggio, alle ore 18, canterà il soprano Dimitra Theodossiou, accompagnata dal pianista Maurizio Agostini, che proporranno le più belle pagine della letteratura operistica e pianistica. L’8 febbraio, al Teatro Sperimentale, alle 21, suonerà il pianista Marc-André Hamelin, con musiche di Beethoven e Schubert.

 

-A Fano è in pieno svolgimento il rinomato Carnevale. Oggi, a partire dalle 15, da Viale Gramsci e Zona Pincio, avranno inizio le sfilate di carri allegorici con la partecipazione delle ballerine brasiliane, gruppi folcloristici, musicali, mascherate, con getto di dolciumi ed esibizione del Pupo Arlecchino servitore del Carnevale di Paolo Furlani. Verso sera gli occhi potranno dilettarsi con suggestive luminarie e uno spettacolo pirotecnico. Il 6 febbraio, al Teatro della Fortuna, alle 21, per la Rassegna Lirica Torelliana, verrà replicato l’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti. In settimana sono previsti incontri di ballo, una presentazione di una nuova varietà di dolci e aperture di nuove mostre fotogtafiche. Ulteriori dettagli sono reperibili nel sito www.carnevaledifano.net.

 

-Concludiamo con Sant’Angelo in Lìzzola, dove oggi, alle 17, al Pub Letterario, verranno letti brani da Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati.

 

La Cartolina dalle Marche, per oggi, termina qui. Potete consultare i nostri testi nel sito www.prourbino.it/cartolina.htm e scrivere a cartolinadallemarche@virgilio.it . Grazie per la cortese attenzione e a risentirci.

 

FRANCESCO VENDITTI

      

 

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