X° Concorso 2010 Agenda 2011: PRELIMINARI |
PREFAZIONE Prof.ssa Silvia Gelardi Presidente dell'Associazione Pro Urbino
Il Concorso “Renzo De Scrilli” ha preso il via nel 1998 ed ha potuto contare, in questi anni, sulla collaborazione della Editrice Montefeltro, che ha curato le pubblicazioni per conto della Pro Urbino, mettendo a disposizione i premi per i vincitori, e sul patrocinio dell’Amministrazione Comunale. La figura di Renzo De Scrilli è cara a tutti gli urbinati che lo ricordano con affetto e come il vero poeta dialettale d’Urbino. Da allora, otto sono stati i volumi pubblicati, con sezioni antologiche, ed ognuno raccoglie l’estro, la creatività, la passione per il dialetto di tante persone. Il Premio di Poesia Dialettale Urbinate è articolato nelle sezioni Poesia e Prosa drammatica, narrativa e Indagini dialettali. La sezione Indagini prevede, a sua volta, raccolta di filastrocche, ninne nanne e indovinelli, canti popolari tradizionali. e raccolta sistematica di termini, espressioni, modi di dire, proverbi, motti, battute, ecc…, relativi ad uno specifico mestiere o attività sportiva e di svago, ricerche storiche sul dialetto. Oggi, nella società del turismo e dello sviluppo rapido, tutte le iniziative che si richiamano al dialetto sembrano sempre attività minori, cariche di nostalgia o di rabbia per le tradizioni perse. Lo sforzo dell’Associazione Pro Urbino, negli anni, è stato quello di sollecitare sia in ambito dialettale, sia in quello antropologico, lo studio dell’humus culturale in cui la città di Urbino era immersa, la valorizzazione del proprio dialetto. Conoscere le proprie radici aiuta a costruire meglio il futuro. Non ci si deve vergognare di questo: anzi, dobbiamo infondere nei più giovani il rispetto e la conoscenza del passato. Pertanto, grazie a tutti coloro che, con la propria adesione e genuinità, consentono di compiere questa operazione rilevante: il recupero, la conoscenza, il rispetto per la nostra cultura.
di Germana Duca Ruggeri
L’intento che guida l’edizione dell’Agenda 2011 V’l’arcont in dialett è di tracciare un primo consuntivo dell’attività, ormai decennale, del Premio De Scrilli, dando risalto all’espressività di parlate locali in costante evoluzione e ancora in buona salute. Lo dimostrano le trentasette poesie e i cinque racconti pervenuti al X Concorso, l’impegno ammirevole degli autori (14) e delle autrici (8), anche alla luce della varietà anagrafica, degli interessi, delle provenienze. Accanto a un nutrito gruppo di urbinati - alcuni da tempo residenti altrove -, troviamo voci provenienti dai centri limitrofi, a schietta conferma di un humus dialettale comune che, nonostante diverse peculiarità fonetiche o persino lessicali, unisce e non separa gli uni dagli altri. Ciascuna pagina così sembra configurarsi come viaggio reale e insieme fantastico intrapreso dai partecipanti con forza singolare, ma di fatto corale, per dire qualcosa che ognuno può comprendere, sullo sfondo della sempre affascinante epopea del mondo che cambia. Esemplare, a riguardo, il poemetto di Aldo Minutelli (vincitore del Premio Speciale) ispirato alla nascita del Passo del Furlo, avvenuta <<cent milion d’ann fa>>. Le poesie e i racconti premiati o segnalati sempre racchiudono esattezza, precisione, ironia, commozione, ovvero dettagli di una umanità dinamica, pensosa, genuina. Pregevoli la tenacia e la passione di tutti i concorrenti. Specie di coloro che, viaggiando con la mente e con il cuore nel silenzio della propria stanza, hanno fatto rinascere a nuova vita, in contesti differenti da quelli originari, espressioni, immagini, modi di dire tipici dei nostri dialetti. Senza trascurare l’ibridazione con parole e giri di frase assimilati dal linguaggio contemporaneo, divenuto - anche fra queste valli e colline - parte integrante, se non preponderante, della comunicazione quotidiana. Germana Duca Ruggeri
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BANDO ART. 1 La Pro Urbino bandisce con il patrocinio dell'Aram.ne Comunale, una nuova edizione del Premio di Poesia Dialettale Urbinate articolato nelle seguenti tre sezioni: a) Poesia; b) Prosa drammatica, narrativa e indagini dialettali. La sezione indagini prevede: -raccolta filastrocche, ninne nanne, indovinelli e canti popolari tradizionali; -ricerche storiche sul dialetto; c) teatro. Possono partecipare i cittadini nati nei seguenti comuni anche se residenti altrove: Urbino, Acquqlagna, Auditore, Belforte all'Isauro, Borgo Pace, Cagli, Carpegna, Colbordolo, Fermignano, Fossombrone, Frontino, Frontone, Limano, Macerata Feltria, Mercatello sul Metauro, Montecalvo in Foglia, Montefelcino, Monteguiduccio, Pegli, Petriano, Piandimeleto, Pietrarubbia, Piobbico Sant'Angelo in Vado, Sassocorvaro, Tavolato, Urbania. ART.2 I testi, non necessariamente nuovi e recenti, anche se apparsi in stampa, non devono però essere stati presentati nei precedenti concorsi della Pro Urbino e non devono essere in alcun modo essere stati premiati prima. ART.3 I concorrenti dovranno dovranno inviare entro e non oltre il 15 settembre 2010 ( ne farà fede il timbro postale) cinque copie chiaramente leggibili in ogni esemplare, (dattiloscritte o fotocopiate) di poesie, di composizioni di prosa, di indagini dialettali, con dichiarazione in calce firmata che i testi sono conformi a quanto richiesto all'Art. 2. ART.4 I testi dovranno portare chiaramente i titoli dei testi inviati, nome, cognome e recapito esatto con numero telefonico del concorrente, e verranno inviati in posta raccomandata, all'Associazione Pro Urbino Piazza della Repubblica, 3 61029 Urbino (PU) oppure via E-mail al seguente indirizzo: mgianotti@alice.it— michele.gianotti@gmail.eom ART. 5 I lavori presentati non saranno in alcun modo restituiti e resteranno di proprietà della Pro Urbino che avrà facoltà di pubblicazione. La partecipazione al Premio è assolutamente gratuita. Si pregano vivamente i concorrenti di attenersi alle norme sopra elencate, pena l'esclusione. ART. 6 La giuria, la cui composizione sarà resa nota solo nel verbale finale, stilerà la graduatoria dei vincitori e dei segnalati. Le decisioni sono inappellabili e insindacabili. Ai primi classificati delle sez. 1 e 2 verrà corrisposto un premio. Agli altri concorrenti verranno assegnati attestati di merito e diplomi di partecipazione. L'agenda o il libro che verrà pubblicato con i testi dei concorrenti conterrà anche una parte antologica volta al recupero di testi dialettali del passato. ART. 7 In occasione della presentazione del Volume contenente le opere del concorso e della parte antologica, ai partecipanti al concorso, il cui lavoro sia stato pubblicato e in regola con l'iscrizione alla Pro Urbino per l'anno corrente, verrà donata una copia della pubblicazione. La quota d'iscrizione per l'anno 2010 è di Euro 20,00 da versare sul CC bancarioN0 180173 intestato a: Associazione Pro Urbino, BCC del Metauro (IBAN IT14R08700 68701 000100 180173) o contattando Attilio Fini tel. 0722/320387 cell. 3388434973 o Silvia Gelardi Tel. 0722/329097 cell. 3383381699.
La Presidente della Pro Urbino Prof.ssa Silvia Gelardi |
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VERBALE E GIURIA della COMMISSIONE GIUDICATRICE X CONCORSO POESIA DIALETTALE - 2010
Verbale della Commissione giudicatrice Il giorno 11 ottobre 2010 a Palazzo Veterani, in via Veterani (Urbino), si è riunita alle ore 17 la Commissione giudicante del X Concorso di poesia dialettale urbinate "Renzo De Scrilli" per prendere in esame le opere inviate al Concorso e formulare le graduatorie. La Commissione è composta da prof. Sanzio Balducci, presidente prof. Michele Gianotti, segretario, prof.ssa Bruna Bernardini, Prof.ssa Germana Duca Ruggeri e Prof.ssa Loredana Marini. Ricordati i criteri generali stabiliti dalle norme del concorso, esaminati i testi ed espresse le valutazioni, la Commissione ha deciso quanto segue:
In allegato vi saranno le motivazione e il giudizio sui vincitori e sui segnalati, ed un giudizio sull'intero concorso. Alle ore 19 si chiude la riunione.
- Sanzio Balducci (Presidente). - Michele Gianotti (Segretario) - Bruna Bernardini - Germana Duca Ruggeri - Loredana Marini
GIUDIZI APPROVATI DALLA GIURIA
PREMIAZIONE PER LA POESIA:
Premio Speciale X° VOLUME - Dai ricord d’un matt - di Aldo Minutelli Il poemetto in quartine con rima alternata perfetta, o a volte per assonanza o consonanza, presenta un fatto in-credibile con un linguaggio preciso e, nel contempo, evocativo ed ironico. “Dai ricord d’un matt” è una narrazione visionaria di chi, nato e cresciuto in quei luoghi, ci racconta la sua versione dello straordinario evento della frattura dei monti Paganuccio e Pietralata. Di chi finge di non conoscere la spiegazione scientifica del fatto, ma novello uomo del tempo antico, vuole reinventare con la propria fantasia e il proprio sentimento l’accaduto. L’antefatto, il fatto e il dopo del fatto ci vengono presentati come una chanson de geste, ma qui non ci sono né guerrieri, né nemici, bensì cose quotidiane e visioni della vita che vengono narrate come gesta. La gente del Pietralata e del Paganuccio di quel tempo, fuori dal tempo, viveva con poco, ma con serenità, in armonia, aiutandosi vicendevolmente e in comunione con la natura, l’ambiente, per soddisfare i propri bisogni elementari: mangiare, dormire, riprodursi, lavorare. La Natura, poi, un giorno, decide di dividere in due il monte ma, dopo il grande spavento, la comunità divisa riprende ad adattarsi alla nuova realtà. La Natura ci viene presentata come ragionevole e la comunità come preveggente: il diavolo aveva spaccato la montagna proprio lungo la linea di nessuno che la comunità aveva già previsto e tracciato. Questo racconto d’un matt che risulta, invece, fortemente saggio, si ispira ad una visione della vita degli uomini sul Pianeta integrata con l’ambiente, ecosostenibile, come si dice oggi, e caratterizzata da rapporti di reciproco aiuto. (Germana Duca)
1ª CLASSIFICATA Tel solemort di Maria Teresa Spaccazocchi L’autrice trasmette l’emozione del rinvenimento, in un angolo del solaio, dei libri della sua giovinezza. Incurante dell’allergia alla polvere, per un’intera nottata, fra miliardi di parole che tornano a rianimarsi, non fa che accudire quei volumi malconci, pulendoli, riparandoli, inventariandoli, finché non rispunta il sole. In un libero e tambureggiante intreccio di ottonari e settenari, con rime alternate, le scene si susseguono ponendo in chiaro un lessico ricco, originale, con immagini efficaci; e un tono lievemente enfatico, che trasforma in ironia l’esuberanza del sentimento.
2ª CLASSIFICATA La chiav del purton di Delfina Scoglio Con tono pacato, l’autrice si chiede che fine abbia fatto la staccia della sua infanzia: appesa in cucina, serviva anche come mensolina dove appoggiare umili e lievi cose, insieme alla chiave di ferro del portone. A questo dettaglio si annoda sia il suo sentimento di allora, combattuto fra il desiderio di uscire dal nido domestico e di tornarvi subito dopo, sia il confronto fra il passato, senza ricchezze ma sicuro, e il presente. Il movimento dei versi liberi, con varie rime, trova nell’elencazione dei “ciaf” e nella lista della spesa ragioni di verità e freschezza, prima di giungere alla fulminante sintesi conclusiva.
3ª CLASSIFICATA J occh de mi madre (El sorìs in t’j occh) di Anna Rita Ambrogiani In modo semplice e diretto, l’autrice rende omaggio allo sguardo materno, mutevole come la vita, ma sempre illuminato dalla luce dell’intelligenza, sorriso degli occhi, che dice più delle parole. Grazie a rime e assonanze, con ritmo ben cadenzato da immagini a contrasto, il breve testo restituisce una biografia: l’identità, l’animo di una donna, la sua forza ammirevole. SONO SEGNALATI IN ORDINE ALFABETICO PER LA POESIA I SEGUENTI COMPONIMENTI: I occhj de mi madre - di Anna Rita Ambrogiani La precedente poesia è stata ritenuta meritevole di segnalazione con la seguente motivazione: In modo semplice e diretto, l'autrice rende omaggio allo sguardo materno, mutevole come la vita, ma sempre illuminato dalla luce dell'intelligenza, sorriso degli occhi, che dice più delle parole. Grazie a rime e assonanze, con ritmo ben cadenzato da immagini a contrasto, il breve testo restituisce una biografia: l'identità, l'animo di una donna, la sua forza ammirevole.
Fori piov di Rosanna Gambarara Filastrocca dei numeri e della pioggia, nel carosello di pensieri e immagini di un dormiveglia. La lingua nativa torna ad esistere per frammenti di forte realismo, in un’atmosfera surreale, scandita da sospensioni, fra versi di varia misura, alcuni di una sola parola.
In occasione della reinaugurazione della ferrovia Urbino-Fano di Tiziano V. Mancini Rievocazione, in forma di satira socio-politica, di uno storico evento. Godibile la partenza del trenino, con le soste nelle stazioni successive, via via che si aggiungono carrozze colme di passeggeri. Un metaforico viaggio al rallentatore che si conclude, come sempre, a vantaggio dei “capatass” di turno.
La chiav del purton - di Delfina Scoglio La poesia è stata ritenuta meritevole di segnalazione con la seguente motivazione: Con tono pacato, l'autrice si chiede che fine abbia fatto la staccia della sua infanzia: appesa in cucina, serviva anche come mensolina dove appoggiare umili e lievi cose, insieme alla chiave di ferro del portone. A questo dettaglio si annoda sia il suo sentimento di allora, combattuto fra il desiderio di uscire dal nido domestico e di tornarvi subito dopo, sia il confronto fra il passato, senza ricchezze ma sicuro, e il presente. Il movimento dei versi liberi, con varie rime, trova nell'elencazione dei ciaf e nella lista della spesa ragioni di verità e freschezza, prima di giungere alla fulminante sintesi conclusiva.
El buc del Buc di Giovanni Volponi Un giovane con l’i-pod scende distratto lungo via Raffaello, finché non inizia a fiutare profumi che stuzzicano il suo appetito, guidandolo a un finestrino da cui prende aria la pizzeria “Il Buco”. Proprio da quel varco, egli compra al volo “un pess bel croccant” di pizza e ce ne trasmette la fragranza, a rima baciata. In armonia con le rapide, gustose, sequenze
PREMIAZIONE PER LA PROSA:
1. CLASSIFICATO - Le traveggle - di Olsano Cavapozzi Il racconto si caratterizza per una lingua che utilizza termini asciutti, precisi, senza fronzoli per descrivere, prima, un evento meteorologico che perdura e combina anche disastri, per, poi, connotare con precisione l’atmosfera caleidoscopica suscitata dalla abbondante nevicata che attualizza ricordi lontani, quotidiani, sia seri che fantastici in un’atmosfera di canto corale. La neve, come un tappeto volante, porta l’autore alla sua città natale. La trasposizione dal presente al passato provoca uno stordimento, un annebbiamento della coscienza che si lascia rapire dal passato che si sovrappone al presente come fosse viva realtà quotidiana. Il ricordo del passato non è semplice nostalgia del tempo che fu, ma autentico amore della terra e degli uomini della propria infanzia, che si allontanano senza che li si possa o voglia fermare. La chiusa finale ci riporta alla recente e abbondante nevicata che, con sorpresa, il narratore dice essere stata dimenticata.
2. CLASSIFICATO – La possa - di Massimo Arcangeli “La possa” dipinge in modo ampio, fresco, pregnante con un linguaggio ricco di termini, di sinonimi e similitudini frammenti di vita quotidiana dell’infanzia dell’autore. Ogni scena sfuma in quella successiva senza fratture, a comporre un puzzle, in cui s’incastrano perfettamente l’ambiente, gli animali, gli esseri umani, ognuno dei quali trova il suo posto, in cui la vita si trasmuta in morte che si cangia nuovamente in vita. La chiusa finale coinvolge anche la divinità, ma senza alcuna richiesta di perdono, bensì di presa di coscienza di come la vita e la morte siano strettamente legate in una visione panica, naturale delle cose.
3. CLASSIFICATO – Le du facc’ dla verità – Stefano Mancini Zanchi La narrazione della vicenda realizzata con termini semplici ma precisi, ci trasporta subito in un luogo reale, la cui atmosfera in un batter d’occhio si trasforma: il tranquillo andare del protagonista si scontra con un qualcosa che, inizialmente, sembra essere un fantasma e che, poi, si concretizza nella figura di un capriolo che appare spaurito e straniato come l’uomo e che abbandona senza “parole” la scena dell’incidente. La narrazione prosegue cambiando prospettiva: alla cronaca dell’accaduto da parte dell’uomo, si contrappone la cronaca fatta dall’animale che trasforma a proprio vantaggio l’accaduto che, infatti, diventa un escamotage per prendersi la rivincita sul gruppo degli adulti che lo aveva escluso. Lo spiazzamento, dovuto al cambio di punto di vista, è anche ben presentato dal doppio senso della parola finale “capriola”.
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