LA
FAMEJA
El mi'
fratell gemell, LINDO
El mi' fratell ha lasciat scritt (Genova, 1990)
che ma ló, burdlin inventor de bravat "per imparare a vincere la
paura, la su' nonna, ch'era anca la mia, 'i ha dett: "Non devi
mai cercare il
pericolo, bimbo. Per essere coraggioso devi
soltanto aspettarlo e stringere i denti quando arriva"
....
"La giovinezza me l'hanno rubata : a vent'anni ho
fatto la guerra.
Tra i miei soldati ero io il più giovane".
"... A vent'anni ho avuto
paura di morire, di giorno, di notte, all'alba e al tramonto. A
vent'anni ho imparato
a chiedere a Dio di darti una mano quando non sai più cosa fare.
"... fìnito il tempo degli aquiloni, finito il
tempo delle speranze ansiose, finito il tempo della fatica
quotidiana; ricuciti gli squarci, messi in un
fagotto i pochi rimpianti ed in un sacco enorme i bei
ricordi,
circondato d'affetto, vivo, ormai, l'ultima età.
"... Di
tanto in tanto, ad occhi chiusi, vedo la mia traiettoria che si
avvicina sempre di più all'inevitabile
Impatto e ... non
ho paura.
Ho
sempre diviso tutto con i miei soldati, anche la paura". (Sauze
d'Oulx, 2001). Vorrei che la morte non mi ghermisse. Vorrei poterla riconoscere e guardarla
avvicinarsi senza troppa paura (Sauze d'Oulx,2001)".
Mio fratello Franco mi è di consolasion e forsa 'sta sintesi acuta
chiara affettuosa com la su' cosciensa, com i su'
impuls, com la su' rasionalità.
A Franco sono sempre stato legato da un
indistruttibile amore contro il quale si sono, ripetutamente,
infrante diversità di ideali e divergenze di opinioni. Siamo nati insieme ma la vita ci ha separati
molto presto, ancora ragazzi: il 16 marzo 1942. Abbiamo percorso strade diverse con pochi giorni
e poche cose in comune.
Ma siamo rimasti sempre "gemelli" perché il
dolore o la felicità dell'uno erano sempre tormento o
gioia per l'altro.
Resteremo uniti anche nel regno di Dio". (Sauze
d'Oulx,2001)".
Anca Lindo gìramond, "irragionevole zingaro" com
i diceva la prima innamorata, "generale
dell'Esercito", aveva nel su' angol segret la
nostra città natal:
URBINO
di
Lindo
Gianotti (Iscia Baidoa, 1955)
"Dolci colline
degradanti al mare,
alberi e rovi
arruffati dal vento,
cinta di mura
adorna di torrioni,
voli stridenti
di
rondini e rondoni
tra le due torri
proiettate in cielo:
|
il
mio paese dorme
in
una culla antica.
Della tua aristocratica bellezza,
del tuo fascino arcano,
della tua gente gentile,
Urbino mia,
della tua malinconica quiete
immobile, di pietra,
io, nato randagio,
non
ho saputo
restare prigioniero".
|
|
BAB e MAMA
M°
Vincenzo Gianotti, vissuto in Urbino dal 1899 al 1959.
Quando non impegnato in guerra è stato un ottimo insegnante
elementare, che si distingueva dai burberi e maneschi
colleghi per una bonaria umanità. Ha educato molti urbinati
che ancora lo ricordano con stima. |
Mio padre
Ma mi' padre,
esonerabil,
"figlio unico
di madre vedova",
'i hann fatt
fè
da soldat e
da ufficial
du guerr
mondial.
S'era fiol "normal",
invec,
quant'era la
su' part?
e de che spec? |
Giuseppina
Mancini in Gianotti
Maestra
Elementare validissima è stata insignita della Medaglia
D'Oro per alti meriti didattici, come già lo fu sua madre.
Molti ancora la ricordano anche per le sue innumerevoli
lezioni private a studenti delle superiori soprattutto per
la preparazione degli esami di maturità classica e
magistrale.
(Foto a 60 anni) |
A MIA MADRE
L' INSALATA DE
CAMPAGNA
|
Antichissim
natural sostentament
dl'urbana
pora
gent,
dla pleb campagnola
di casant sciaganitt,
de quei dett' invurnitt
boni sol a fè la lagna,
de chi atre derelitt
"sensa manch occhi per piagna".
En se comprava,
era don, era baratt.
Spess
insiem
se magnava
e 'na festa scatenava.
La semin' el vent;
l'acqua piovana n'evita l'arsura.
C'è chi cred sia ver
che mai cresc ti cimiter.
Só e gió per le collin
ogni pass è faticos,
mai sprecat, mai
fastidios.
En
se cerc' a ravaston;
sa 'n tantm d'attension
se va dritt dov se trova.
En se spreca nient
manch un inchin,
'na goccia de
sudor
un brividin.
Quell che per un è tropp
se baratta sa chi n' ha poch
o en
l'ha per gnent.
|
Tollerati da calcun
i capper dle mura cittadin.
Per tutti grav profanasion
aj cpoìla pendulin pevròn
el
perfid cidròn.
Cassimperi è condiment
da sempre semplic e potent;
cambià è profanasion,
è tradiment.
La secolar misticansa
ogg en è quella de ieri;
en sarà quella de dman. |
Snellisc el corp,
sveja la ment, rinforsa
i
sentiment.
Costring ad agobass
per ringrasià la terra.
Obbliga a stè ritt
per arposass, tirè 'l fiat
e speransa ricercà
tla celest immensità.
Caccialepre grugn rapastell ...
en tante le piantin, le foj, le radichett
Costring ad agobass
per ringrasià la terra.
Obbliga a stè ritt
per arposass, tirè 'l fiat
e speransa ricercà
tla celest immensità.
Caccialepre grugn rapastell ...
en tante le piantin, le foj, le radichett
E' simbol cultural:
da 'na gluppa feltresca
a ricord raccont sentiment
per 'n infinità de gent
in tutti continent.
Amalgama opinion,
pacifica le ment,
diffond el presios convinciment.
"fa ben l'insalata de campagna
anca ma quell ch'en la magna". |
|