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ALBERO GENEALOGICO di EGIDIO CONTI

 

 

Ramo paterno

 

1- Trisnonno  Giuseppe Cini, persona colossale, alfiere di Fenigli.

Scrisse "La pasquella"





 

2- Bisnonno: Gaspare Santi (Mastro Gaspare) di Fano, capo muratore bravo e stimato, a 80 anni costruì il campanile.  Morì a 96 anni.
Prima moglie Rosina Albini, sorella di un arciprete





 

4-  Nonno: Omobono Santi
Sposa Lucia, alta e asciutta (vedi)



 

5-  Padre: Antonio Conti (1827), "il pittore dell'Acqualagna",  nel 1856 sposa Maria Moretti. Cliccare qui per altre notizie

 

 

Ramo materno

 

1- Trisnonno:   Francesco Corrieri di Fossombrone nato fra 1730 e 1740
Nel 1760 sposa donna Maria Antonia Marchetti
Genera 6 figli: Giambattista n.1761, Apollonia (1762) morta infante,  Apollonia (1763), Giocchino (1766), Cleto (1768), Apollinare (1769), Paolo ( 1722)

 

2- Bisnonno:    Paolo Corrieri (1772), figlio di Francesco, sposa Santa Flamma
Genera 6 figli: Tommaso (1800) morto infante, Francesco (1802), Tommaso(1803), Maria Antonia (1807- 1894), Pellegrina (1810), Domenico (1816 - 1834))
Mente molto arguta: vedi "morte dell'asino"
Fratello: Giambattista Corrieri scrittore (vedi)

 

3- Nonna: Maria Antonia Corrieri figlia di Paolo (1807-1894)
Sposa Francesco Moretti di Acqualagna
Fra i figli Maria, detta Marietta,

 

4- Madre: Maria Moretti
Casalinga, innamorata e fedele
Genera Egidio, unigenito

 

 

 

ANTONIO CONTI (nonno di Maria), pittore e statuario, 1827-1900

Era bravo il mio nonno! Lo chiamavano “El pitor dl'Acqualagna". Parecchi pregiati quadri da lui dipinti esistono tuttora specialmente nelle chiese di città, paesi e campagne dell'urbinate e finalmente dopo tante lotte l'anno scorso abbiamo potuto averne uno dalla vicina Urbania e collocarlo nella chiesa di S.Lucia di Acqualagna. E’ un quadro dai colori così ben mantenuti, è una Madonna dall’espressione talmente dolce da ispirare ai paesani venerazione e fiducia; il parroco, don Irmo Fraternale, la tiene cara e l'onora e per noi nepoti dell'autore queste cose sono di grande soddisfazione. Ma il nostro caro nonno, dal fare bonario e lieto, non dipingeva soltanto! Faceva lo statuario, dava lezioni di pianoforte, faceva l'indoratore e perfino l'architetto! Era molto alla buona e vestiva molto dimessamente, tanto è vero che una mattina mentre pitturava un biroccio fuori dalla sua bottega in fondo al paese, vede fermarsi davanti a lui una lussuosa pariglia e scendere due distinti signori in bombetta che gli domandano:

“Ci sapreste dire, buon uomo dove sta un certo Antonio Conti? “.

E lui modestamente: “Sono io“

“Ma via non scherziamo! rispondono seccati quei signori - noi cerchiamo Antonio Conti, l'accordatore di pianoforti!“

“Mi dispiace... ma sono io“.

Quei due si guardano meravigliati e alla fine: “Beh, per favore... salga con noi"

“Vorrei un po’ cambiarmi - dice il nonno

“Non importa - rispondono -non abbiamo tempo da perdere... stasera abbiamo un gran ricevimento e il pianoforte dev'essere accordato subito" .

Lui è salito tutto soddisfatto mentre i paesani lì presenti ridevano divertiti.

Era piacevolmente scherzoso e c’è ancora qui in paese chi ricorda i suoi aneddoti

 

EGIDIO CONTI (padre di Maria), erudito e cittadino benemerito, 1858-1922

 

 

LIDIA CONTI (sorella di Maria), educatrice,1911 -1993

IN RIVA AL FIUM

T so’ nuta a trovò, amich mia,

perché sent sempr ‘na gran nostalgia

quand so’ distant da te,

e ev bsogn d'artrovamm maché.

Te m'arcanti cla canzon ch'è come ‘na nenia

che da tutt el rest del mond m'estrenia.

M culli, m parli, m persuedi

chè tutt I cos mej d me I vedi:

I rispecchi, I levi mentr corri,

e t rinovi, t rinovi e canti

sospingend i pensieri sempr avanti.

Quant pietr ha levighet la tu’ carezza!

quanta eco d voc è portet sa la tu’ brezza!

Te gorgogli pasand sopra un sass gross

e m dici: “ Vedi, i’ c la poss!

Cant nott e giorn, sa la luna e I stell

e pii la nota or da quest, or da quell.

Ecca la Gigina sa ‘na gran conca d pagn,

 

ecca la Tina ch mett i piedi a bagn,

ecca la Rusina eh sbatt i lenzoi tla pietra levigheta

e acompagna i chioppi sa ‘na canteta:

i’ aspett ma tutti, ma tutti fo ‘I mi’ don

e prosegu cantand la mi’ canzon,

riflettend el cel e I cos bell,

prendend la nota or da quest, or da quell!

E’ propri acsé, amich dla vita mia,

per quest sent d te la nostalgia

e t voj dì ch m sforz d fè

come te ch'è l'unnic mod per non invecchiè.

A mò ch t'ho arvist t salut perché m'asent

ma prima d lasciatt t voj fè un presenti

t butt 'st fior ch‘è net vicin a te

e so’ sigura ch tel mèr l‘ardarè

carrich d brezza e d voc lonten

ch m farann tel cor tant ben.

 

 

MARIA CONTI, impiegata, poetessa, 1895-1975

 

ANTONIO CONTI (fratello di Maria), commediografo, 1897-1958

Da una lettera scritta alla futura moglie. “Io non ti chiederò mai un sacrificio nella vita, che non sia anche un mio sacrificio, come non ti chiederò amore se non dandoti il mio amore.

Non troverai in me quell'egoismo che giunge a far soffrire un altro cuore per non dare sofferenza al proprio... Io non ti chiedo che di sapermi accompagnare ovunque con la tua anima, di sapermi accompagnare attraverso le alternative della vita, tenendomi per mano con la sicurezza del tuo amore e la pienezza della tua fiducia. Allora la mia lena sarà raddoppiata in virtù dell’amore e mi sarà meno faticoso superare le mete più ardite, lo che non so odiare nessuno, nemmeno chi mi fa del male, nemmeno chi mi giudica con sospetti o deduzioni che sono insulti, io che sento la mia missione nella vita come una quotidiana opera di bene e di amore, io che nella sofferenza della lotta ho sempre ravvisato non una triste condanna del mio destino, ma un mezzo per sapersi migliorare ogni giorno di più, io che non mi inchinerò mai dinnanzi a nessuno e non infierirò mai su nessuno, quand’anche lo potessi impunemente, io sento il bisogno di un’anima gemella, che sappia penetrare in quel poco di buono che può esserci nella mia indole e aiutarmi a eliminare quel poco di cattivo che vi può talora essere, senza che io me ne possa accorgere, per la stessa imperfezione della natura umana. Ho speranza che tu non verrai meno alla mia certezza di aver trovato in te l’anima gemella e necessaria. Ho speranza che non ti mancherà mai la forza di proteggermi con la tua anima e di essere da me protetta contro l’invasione del male che minaccia sempre ogni anima”.