ALBERO GENEALOGICO di EGIDIO CONTI |
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ANTONIO CONTI (nonno di Maria), pittore e statuario, 1827-1900 Era bravo il mio nonno! Lo chiamavano “El pitor dl'Acqualagna". Parecchi pregiati quadri da lui dipinti esistono tuttora specialmente nelle chiese di città, paesi e campagne dell'urbinate e finalmente dopo tante lotte l'anno scorso abbiamo potuto averne uno dalla vicina Urbania e collocarlo nella chiesa di S.Lucia di Acqualagna. E’ un quadro dai colori così ben mantenuti, è una Madonna dall’espressione talmente dolce da ispirare ai paesani venerazione e fiducia; il parroco, don Irmo Fraternale, la tiene cara e l'onora e per noi nepoti dell'autore queste cose sono di grande soddisfazione. Ma il nostro caro nonno, dal fare bonario e lieto, non dipingeva soltanto! Faceva lo statuario, dava lezioni di pianoforte, faceva l'indoratore e perfino l'architetto! Era molto alla buona e vestiva molto dimessamente, tanto è vero che una mattina mentre pitturava un biroccio fuori dalla sua bottega in fondo al paese, vede fermarsi davanti a lui una lussuosa pariglia e scendere due distinti signori in bombetta che gli domandano: “Ci sapreste dire, buon uomo dove sta un certo Antonio Conti? “. E lui modestamente: “Sono io“ “Ma via non scherziamo! rispondono seccati quei signori - noi cerchiamo Antonio Conti, l'accordatore di pianoforti!“ “Mi dispiace... ma sono io“. Quei due si guardano meravigliati e alla fine: “Beh, per favore... salga con noi" “Vorrei un po’ cambiarmi - dice il nonno “Non importa - rispondono -non abbiamo tempo da perdere... stasera abbiamo un gran ricevimento e il pianoforte dev'essere accordato subito" . Lui è salito tutto soddisfatto mentre i paesani lì presenti ridevano divertiti. Era piacevolmente scherzoso e c’è ancora qui in paese chi ricorda i suoi aneddoti |
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EGIDIO CONTI (padre di Maria), erudito e cittadino benemerito, 1858-1922 |
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LIDIA CONTI (sorella di Maria), educatrice,1911 -1993
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MARIA CONTI, impiegata, poetessa, 1895-1975 |
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ANTONIO CONTI (fratello di Maria), commediografo, 1897-1958 Da una lettera scritta alla futura moglie. “Io non ti chiederò mai un sacrificio nella vita, che non sia anche un mio sacrificio, come non ti chiederò amore se non dandoti il mio amore. Non troverai in me quell'egoismo che giunge a far soffrire un altro cuore per non dare sofferenza al proprio... Io non ti chiedo che di sapermi accompagnare ovunque con la tua anima, di sapermi accompagnare attraverso le alternative della vita, tenendomi per mano con la sicurezza del tuo amore e la pienezza della tua fiducia. Allora la mia lena sarà raddoppiata in virtù dell’amore e mi sarà meno faticoso superare le mete più ardite, lo che non so odiare nessuno, nemmeno chi mi fa del male, nemmeno chi mi giudica con sospetti o deduzioni che sono insulti, io che sento la mia missione nella vita come una quotidiana opera di bene e di amore, io che nella sofferenza della lotta ho sempre ravvisato non una triste condanna del mio destino, ma un mezzo per sapersi migliorare ogni giorno di più, io che non mi inchinerò mai dinnanzi a nessuno e non infierirò mai su nessuno, quand’anche lo potessi impunemente, io sento il bisogno di un’anima gemella, che sappia penetrare in quel poco di buono che può esserci nella mia indole e aiutarmi a eliminare quel poco di cattivo che vi può talora essere, senza che io me ne possa accorgere, per la stessa imperfezione della natura umana. Ho speranza che tu non verrai meno alla mia certezza di aver trovato in te l’anima gemella e necessaria. Ho speranza che non ti mancherà mai la forza di proteggermi con la tua anima e di essere da me protetta contro l’invasione del male che minaccia sempre ogni anima”.
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