Mario Agnoli Recensione al libro di poesie di Giorgio Vescarelli, Come una nuvola |
"Come una nuvola"
PRESENTAZIONE DI MARIO AGNOLI
1 - I ricordi sono la nostra
identità. Senza ricordi l’uomo è privo d’identità.
“Ho vissuto con i miei ricordi, ora non ho più
ricordi. La mia vita non ha senso
alcuno“ ( a mente, da scritti di Hemingway).
La poesia di Giorgio Vescarelli è
poesia dei ricordi, che egli suddivide in più tempi , dal
1973 - 2010 al 1948 – 1960, per l’appunto a ritroso , come si
conviene negli studi di psicologia.
Egli è poeta puro , nello stile e nei
contenuti. L’uso della parola è ricercato intensamente.
Dalla natura e dalle cose fruite coglie gli stimoli per la
conversione dei suoi pensieri in ogni sua espressione di gioia,
dolore e contemplazione .
Egli è anche poeta essenziale, che
riduce nella forma dell’epigramma per dare
sujggestyione maggiore alla parola scelta.
Questa “ Come una nuvola” è la poesia
dei ritorni , dei ricordi . Essi vengono alla mente del poeta
dolcemente , senza catena alcuna , sospinti dalla inerzia.
Le poesie di questa raccolta non hanno
titolo specifico, come d’uso comune , nella narrativa e nella
poesia. In appendice si presentano con
il verso d’apertura. Sembrerebbe una
introduzione
di radice , è invece un semplice
accosto tematico che non priva elemento alcuno al programma
poetico intensamente pensato e sviluppato dolcemente ...
2 - Per quanto attiene l’aspetto
esegetico relativo ai luoghi del vissuto ( secondo la
tradizione critica del Croce: dei rapporti dell’autore con il
proprio ambiente ), l’Editore fornisce , in copertina, una nota
biografica del poeta. Da essa emerge la
sua presenza attiva di umanista in più luoghi , a partire da
Urbino , luogo di nascita e di elezione , poi Bologna, Pesaro .
Pubblicista fervido in più settori della cultura
.Scrittore affermato nella
narrativa per ragazzi al fine di aprirli agli interessi della
lettura anche attraverso le favole.
Per questi interessi , impegni egli
riunisce in simbiosi felice l’umanistica e la scolastica .
3 - A questo punto non rimarrebbe che dare un senso
diretto, empirico alle considerazioni , mediante un
percorso critico sulle poesie scelte .
In tale senso:
Nella poesia :” Rose , rosse ( pag. 18 ,
del primo ciclo temporale 1973-2010), il mito faustiano del “
fermati sei bello” ritorna rimembranza , come il ricordo di “una
nuvola/sospinta dal vento, per poi spegnersi ineluttabilmente nel
dolore “ non posso perdonarti di avermi lasciato/ mi lascio vivere/
e ricordo sempre la rosa rossa”..
Nella poesia : “Lontano, lontano ( pag.
21 , dello stesso ciclo ) , il poeta supera la teoria del tempo
inteso come limite , sembra cogliere il mistero della mistica
platonica.
Nella poesia :”Mi piace questo mese (
pag. 33, del secondo ciclo 1961-1972), il poeta si pone il perché
della vita , per l’appunto del suo andare inderogabile , per
concludere malinconicamente .
Una malinconia soffusa oltre il mare
immenso del perenne naufragio ( Leopardi)..
Nella poesia : Ogni volta che ti vengo a
trovare,padre/ riprendiamo il dialogo” ( pag. 34. delle stesso
secondo ciclo) , la sera della vita, più dolce del tramonto che
rende le cose al di fuori dell’ombra, appartiene al tempo dei
ricordi , dei ritorni , come d’inconscio per le parole non dette e
forse dimenticate frettolosamente .
Ma nella successiva poesia ( pag. 35) che
inizia con due versi riportati enigmaticamente “ Codesto solo
oggi possiamo dirti: / ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”, il
poeta affronta temi del sociale ed è, per l’appunto, già il
tempo del sociale profondo, con le sommesse recriminazioni in
particolare per la cultura legata ai privilegi . La
tematica inizialmente abbozzata ,
esplode , nella poesia :” Apro il giornale e non vedo “ ( pag. 37 ),
per venire grido disperato contro la insolvenza etico – morale
delle istituzioni, pubbliche e private .Per alcuni aspetti questa
poesia si colloca nell’ambito
atemporale dell’etica del Petrarca, del Manzoni e del Leopardi.
La poesia :” Non mi piace che lo
chiamano/ negro ( pag.39) conclude il ciclo. "Incontrarci prima/
quando i rami erano d’un verde / che a spezzarli ne usciva un umore/
chiaro e asprigno” ( pag. 40) si coglie
la tristezza pascoliana , che si
accentua nella rimembranza di cui alla successiva poesia ( pag.
41) “ Vedo la pioggia che cade nel piccolo orto”
E’ caratteristica particolare di questa
poesia la compiutezza organica e stilistica , secondo la
consuetudine migliore della poetica della prima metà del secolo
scorso
Il bozzetto poetico ( pag. 48 dell’ultimo
ciclo 1948- 1960): “ Mi hanno portato un pezzo di bosco”, rivela
la riflessione e la contemplazione panteistica delle cose
disposte come immagini , sensazioni percepite e acquisite appunto
nel contesto del tutto natura. Ed è venuto il momento della malinconia profonda che si riflette nelle ultime poesie di questa raccolta : “ Vecchia città, / piccola, /odorosa di viole . e oltre nella penultima strofa atipica :” Malinconia d’un baleno/ lungo colme la vita “ ( pag. 49 dell’ultimo ciclo 1948 –1960) , e :” C’è un fiore di carta,/ sul mio scrittoio,/ è bello, / rosso che par vero; / tu sei come quel fiore,/ senza profumo .” E’ un continuo alternare di luoghi , di desideri e di indugi sentiti profondamente . Ma poi ineluttabile ritorna il destino ( pag. 57) Con “ il tempo m’illude/ che l’estate non è finita ./ Domani / finirò di calpestare/ le ultime foglie cadute/ e quando tornerai/ avremo il viso / dipinto d’inverno.” E “ Solo il rombo di un motore/ ferisce il tuo silenzio/ e un faro squarcia, / la tua cecità ./ Posa le tue mani fresche/ sul mio viso,/ notte.”
4 - Nella poesia moderna è diffuso il riferimento ai simboli , come dell’acqua, fiori, prati, onde del vento e del mare, e nell’epica, delle torri antiche, palazzi sontuosi, bandiere. Nella poesia vescarelliana i simboli sono icone, soltanto icone per ingannare, per distogliere l’uomo dalla realtà in cui è costretto a vivere . Questo aspetto indubbiamente appartiene all’epica , ed è il secondo aspetto di questa poetica.
Mario Agnoli
|
Mario Agnoli Recensione al libro di poesie di Giorgio Vescarelli, Come una nuvola |