MARIO AGNOLI LA CRODA ROSSA Rassegna Stampa |
La Croda Rossa è una splendida
montagna delle Dolomiti, cara alla giovinezza dell'autore, ma è anche, e
soprattutto, un simbolo: il simbolo del fuoco profondo della vita, che
ardendo la colora con le tinte dell'amore, delle passioni, degli ideali,
del coraggio, del desiderio di conoscenza, della ricerca della propria
umanità, del cammino verso Dio. Il tema dell'ascesa sulla montagna,
concretamente e simbolicamente intesa, è caro alla letteratura
internazionale, ma in questo romanzo viene affrontato da un punto di
vista originale: il rapporto con la bellezza delle altitudini, chiave
per la liberazione interiore dall'oppressione del male interiorizzato,
come riscoperta dello splendore delle semplici e pure gioie della vita:
l'offerta di una stella alpina, di un rododendro, che riconciliano con
la dolcezza dei sentimenti una creatura traumatizzata da rapporti
brutali. Il tema del male nella vita dei singoli e nelle esperienze
della storia, già affrontato dall'autore nel precedente romanzo La fuga
con toni drammatici, viene qui riproposto in tutta la sua crudezza,
soprattutto sul versante della prepotenza legata al potere, alla
schiavizzazione dell'altro, sia una giovane donna di cui si cerca di
ostacolare la realizzazione affettiva per incatenarla al proprio
predominio, sia un intero popolo che vede conculcata la propria libertà
da un regime autoritario e persecutorio verso i dissidenti o particolari
categorie di cittadini individuati come vittime sacrificali. Sullo
sfondo del romanzo infatti c'è l'atmosfera cupa della dittatura fascista
nell'Italia degli anni '30, con l'emanazione delle leggi razziali e con
lo strapotere dei gerarchi locali, che approfittano della situazione
anche per vendette personali e per perseguire turpi disegni di
appropriazione della vita altrui. Ma la "resistenza" si sviluppa grazie
all'azione dei patrioti in montagna, oppure dei protagonisti del
romanzo, persone normali, senza particolari inclinazioni all'eroismo, ma
che cercano di difendere coraggiosamente la propria dignità e il proprio
diritto a vivere la vita da loro scelta, nonostante le perfide
macchinazioni del potere e la persecuzione della mala-sorte, attingendo
appunto ai fuoco della propria vitalità interiore, basandosi sulla forza
dei sentimenti d'amore e dei legami familiari, sorretti, soprattutto nel
protagonista Alfredo, da un'appassionata curiosità per la comprensione
della natura umana nei suoi aspetti socio-antropologici, politici,
culturali, e nei suoi rapporti con il divino. Questa densa materia
psicologica, fatta di aspetti manifesti e di aspetti latenti, non può
esplicarsi completamente nella storia individuale e di coppia dei
protagonisti, ma richiede uno sviluppo intergenerazionale. Quanto
infatti era implicito nella vita dei genitori viene in superficie nella
storia dei figli e dei nipoti, in un disegno di armonioso completamento
attraverso il tempo e lo sviluppo dei legami affettivi.
RASSEGNA STAMPA (premere <CTRL +> per ingrandire e <CTRL -> per ridurre) Cliccare sull'articolo per la fonte originale
PISTOIA
Il romanzo, prosa e poesia insieme, è concepito per
stimolare riflessioni sul perché del male e del dolore.
Interverranno la scrittrice Maria Lorello e il presidente
dell’istituto storico della Resistenza di Pistoia Roberto
Barontini. Le letture saranno curate dal gruppo I narranti.
|