Inizio pagina |
Indice Premessa |
Postfazione |
Presentazione a Pistoia |
Rassegna stampa |
|
IV di copertina
L'autore tenta di risolvere
con la bellezza, intensamente condivisa dai personaggi del romanzo, la
tristezza del dolore profondo, il peso spirituale dell'ingiustizia
sociale, il sacrificio dei riscatti, in un contesto dove la poesia e il
dialogo s'intrecciano continuamente. La storia di Alfredo, protagonista
principale del romanzo, si sviluppa attraverso vicissitudini dolorose
sino al ritorno liberatorio alla Croda Rossa, la montagna della sua
terra divenuta simbolo e chiave della liberazione interiore
dall'oppressione del male: "Di strano vi è il canto che viene dai prati
alti, oltre le ultime siepi del bosco di abeti. È il canto dei montanari
allo sfalcio delle erbe. Un canto strano, di cose finite e d'infinito.
Alfredo e Mary rimangono fermi nel loro punto d'incontro così stretti
nel contatto dei loro corpi da sembrare un solo essere, senza alcun
mistero, senza alcun perché irrisolto. È venuto il tempo della speranza
profondamente invocata".
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Premessa di Mario Agnoli
La Croda Rossa è una splendida montagna delle Dolomiti, cara alla
giovinezza dell’autore, ma è anche, e soprattutto, un simbolo: il
simbolo del fuoco profondo della vita, che ardendo la colora con le
tinte dell’amore, delle passioni, degli ideali, del coraggio, del
desiderio di conoscenza, della ricerca della propria umanità, del
cammino verso Dio. Il tema dell’ascesa sulla montagna, concretamente e
simbolicamente intesa, è caro alla letteratura internazionale, ma in
questo romanzo viene affrontato da un punto di vista originale: il
rapporto con la bellezza delle altitudini, chiave per la liberazione
interiore dall’oppressione del male interiorizzato, come riscoperta
dello splendore delle semplici e pure gioie della vita: l’offerta di una
stella alpina, di un rododendro, che riconciliano con la dolcezza dei
sentimenti una creatura traumatizzata da rapporti brutali. Il tema del
male nella vita dei singoli e nelle esperienze della storia, già
affrontato dall’autore nel precedente romanzo La fuga con toni
drammatici, viene qui riproposto in tutta la sua crudezza, soprattutto
sul versante della prepotenza legata al potere, alla schiavizzazione
dell’altro, sia una giovane donna di cui si cerca di ostacolare la
realizzazione affettiva per incatenarla al proprio predominio, sia un
intero popolo che vede conculcata la propria libertà da un regime
autoritario e persecutorio verso i dissidenti o particolari categorie di
cittadini individuati come vittime sacrificali. Sullo sfondo del romanzo
infatti c’è l’atmosfera cupa della dittatura fascista nell’Italia degli
anni ’30, con l’emanazione delle leggi razziali e con lo strapotere dei
gerarchi locali, che approfittano della situazione anche per vendette
personali e per perseguire turpi disegni di appropriazione della vita
altrui. Ma la “resistenza” si sviluppa grazie all’azione dei patrioti in
montagna, oppure dei protagonisti del romanzo, persone normali, senza
particolari inclinazioni all’eroismo, ma che cercano di difendere
coraggiosamente la propria dignità e il proprio diritto a vivere la vita
da loro scelta, nonostante le perfide macchinazioni del potere e la
persecuzione della malasorte, attingendo appunto al fuoco della propria
vitalità interiore, basandosi sulla forza dei sentimenti d’amore e dei
legami familiari, sorretti, soprattutto nel protagonista Alfredo, da
un’appassionata curiosità per la comprensione della natura umana nei
suoi aspetti socio-antropologici, politici, culturali, e nei suoi
rapporti con il divino. Questa densa materia psicologica, fatta di
aspetti manifesti e di aspetti latenti, non può esplicarsi completamente
nella storia individuale e di coppia dei protagonisti, ma richiede uno
sviluppo intergenerazionale. Quanto infatti era implicito nella vita dei
genitori viene in superfìcie nella storia dei figli e dei nipoti, in un
disegno di armonioso completamento attraverso il tempo e lo sviluppo dei
legami affettivi. Mario Agnoli
Croda Rossa è un monte di 2965 m nelle Dolomiti di Sesto |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Postfazione di Giuliana Bonacchi Gazzarrini
Il libro che commentiamo (il secondo della trilogia iniziata da Mario
Agnoli con La fuga nel 2012) fonde insieme due filoni di racconto e due
cifre stilistiche. L’uno riguarda l’esistenza di un gruppo di persone
accentrate intorno alla figura, non esente da corrispondenze
autobiografiche, di Alfredo de’ Ricci con la sua vicenda straordinaria e
dolorosa. L’altro, che si intreccia al primo, è rappresentato dagli
esterni, dall’ambiente, in cui la vicenda si dipana a dal momento
storico prescelto (gli ultimi anni del regime fascista, la seconda
guerra mondiale con le conseguenze durature sul protagonista e la sua
famiglia nella seconda metà del Novecento, epoca privilegiata da Agnoli
per i mutamenti radicali). Le conseguenze oggettive e gli strascichi
nell’umore della società, al trapasso del regime fascista con
l’occupazione militare tedesca e la liberazione, sono rappresentati con
abilità nel vivo del comportamento sociale e nelle ripercussioni
private. Tuttavia, sono i casi umani nel loro sciogliersi e
intrecciarsi, l’improvvisa mescolanza di casi e infortuni a tentare la
vena narrativa. Protagonista dell’opera resta, comunque, la descrizione
del paesaggio (le Dolomiti, la valle del Cadore), con la natura
incontaminata, i campi, le piccole città. Il tutto viene vissuto con
partecipazione emotiva e poetica. Non a caso, nella natura (la Croda
Rossa che dà il titolo al romanzo, come nell'ultima raccolta di liriche,
Esperia, dove la speranza veniva affidata alla dantesca “stella della
sera”) Agnoli Giuliana Bonacchi Gazzarrini Firenze, 14 aprile 2014 |
Presentazione a Pistoia
"La Croda Rossa": l'ultimo
libro di Mario Agnoli
PISTOIA
Il romanzo, prosa e
poesia insieme, è concepito per stimolare riflessioni sul perché del
male e del dolore. Interverranno la scrittrice Maria Lorello e il
presidente dell’istituto storico della Resistenza di Pistoia Roberto
Barontini. Le letture saranno curate dal gruppo I narranti.
|