MARIA GRAZIA MAIORINO:
I giardini del mare |
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Presentazione di Gastone Mosci
Urbino, agosto 2011: L'iniziativa
"Conversazioni di Palazzo Petrangolini" in collaborazione con il
Circolo ACLI Centro Universitario presentano un Ciclo di
Conversazioni dedicato al centenario della nascita di Carlo Bo
(1911-2011).
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LEGGERE LA POESIA DI MARIA GRAZIA MAIORINO
di Gastone Mosci
Leggo gli ultimi due libri, I giardini del mare (1911) e La pietra salvata (2016); è un attraversare la vita dell'autrice. Vuol dire entrare nelle sue esperienze intellettuali, interrogare i luoghi della sua consapevolezza spirituale. Non parlo solo di un itinerario visivo e antropologico ma anche della comprensione dell'ambiente e e del pellegrinaggio che la guida, un pellegrinaggio permanente che s'illumina di conquiste continue, di icone, di invocazioni, Da Ancona a Gerusalemme, sempre più a fuoco è l'icona del Cristo, l'amore di Dio, della libertà, la comunione delle donne, in particolare la comunità delle donne del "Natale in miniera" dell'anno scorso, delle 37 creature a patire nei cunicoli sottoterra e delle altre donne stravolte nelle periferie, donne che soffrono come Maria e così rappresentare dalla tv: volete metterci sotto accusa? Ci chiamiamo tutte Maria.
La poesia della Maiorino vive in un sistema di relazioni, si nutre di figure vere, di espressioni della vita quotidiana, civile, ma sempre con una tensione profonda di liberazione. I giardini del mare esprime un sentimento di conquista e di partecipazione di un luogo, Ancona, di un ambiente la città, di un orizzonte il mare Adriatico. La pietra salvata è un itinerario verso la conquista del viaggio in Terra Santa, la consapevolezza del pellegrinaggio e dei "Vespri del Carmelo"; "il desiderio di bussare / alle porte degli Angelo?" (p. 85). E' un desiderio di ringraziamento, una preghiera. Quel libro è anche una conquista di Bethleem (p. 80) e di Jerusalem. Essere nella Via crucis alla "XI stazione", per reinterpretare un itinerario e un luogo "dove qualcuno ha lasciato una rosa/ gambo lungo bocciolo fiammante" (p. 90): il segno del desiderio della conversione.
Maria Grazia Maiorino ha un modo nuovo di affrontare i temi spirituali e il misterioso cammino di condivisione della fede: la sua poesia mantiene vivo tutto il suo mondo antico, la laicità del suo essere per l'altro, le esperienze nel segno della storia e della comunità umana. Apre con stupore la stagione della adesione nuova alla sua interiorità ed alla condivisione degli eventi: riscopre ed ama sempre più la condizione umana, il rapporto con le creature della quotidianità, con gli ambienti della polis, con le speranze collettive. La nuova situazione assorbe "l'orizzonte del Cardeto", "i giardini del mare", vale a dire il campo del cinabro della sua energia e della sua creatività: Il poeta pone la sua scrittura nel luogo che predilige, nel racconto segreto della sua vita, nel mistero della sua coscienza, che è consapevolezza e dono, che i cristiani pongono come intelligenza della fede e ascolto dello Spirito di Dio. Come è visibile, comprensibile? La scrittura che testimonia la vita e la persona nel gesto della preghiera. Ecco il suo Getsemani e la comune via crucis (p. 78). La sua poesia è un fronte di consapevolezza delle immagini di Gesù. Vivere nel senso della storia, con una attenzione inedita, con un amore nuovo.
Gastone Mosci
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