Alfredo Zampolini: BIOGRAFIA |
Alfredo Zampolini nacque in Urbino il 10 Luglio 1921 da Raffaele (o Sanzio, per gli amici) e Francesca Porru.
Nel 1940 si diploma all' Istituto Magistrale "B: Baldi" di Urbino. (Nella foto la famiglia del piccoloAlfredo nel 1930).
Nel 1941 dovette interrompere gli studi universitari perchè il 28 febbraio fu chiamato alle armi . Congedato il 19 ottobre 1945 dopo cinque lunghi anni, partecipò alle operazioni di guerra svolte in Sicilia dal 15 aprile al 18 agosto 1943 - Venne congedato col grado di tenente e riconosciuto "Combattente"(Clicca per foto).
Nel 1946 si laureò in pedagogia all'Università di Urbino
Nel 1948 superò brilantemente i concorsi per titoli e per esami per l'insegnamento nelle pubbliche scuole elementari. Esercitò la professione di Maestro di ruolo dal 1948 al 1961 (clicca per foto).
Dal 1962 vincitore del concorso nazionale per direttori didattici lasciò l'insegnamento per dedicarsi alla carriera Direttiva.
Nell'agosto 1962 pubblicò il primo articolo sui libri di testo nella scuola su "Nuova Rivista pedagogica", diretta da Nino Sammartano.
Negli A.A. 1965-66, 1966-67 e 1967-68 gli fu conferito l'incarico di Assistente presso l' ISEF di Urbino.
Dal 1964 al 1970 collaborò come esperto esterno di pedagogia alla Rivista "I diritti della scuola", diretta da Agostino Marucchi, Roma
Dal 1971 collaborò saltuariamente alla redazione di "Scuola Primaria", rivista pedagogica e di educazione diretta da Augusto Scoccherà , Urbino.
Dal 1972 collaborò saltuariamente alla redazione di "Scuola e città", mensile di problemi educativi e di politica scolastica, direttore Lamberto Borghi, Firenze.
Nel 1977 pubblicò due articoli sulla rivista "Vita dell'Infanzia", dell'Opera Montessori, direttrice Marziola Pignatari - Firenze.
Nel 1977 compì un viaggio pedagogico con dirigenti della Rivista "Scuola Italiana Moderna", per 10 giorni, a Ginevra e nel suo Cantone, per visitare scuole e istituti per handicappati.
Nel 1979, a 58 anni, venne collocato in pensione con i benefici degli ex combattenti. Negli anni precedenti vinse il "Concorso per Merito Distinto" per titoli ed esame e il concorso per soli titoli.
1980 - Fondò con un gruppo di amici urbinati l'Associazione dialettale "I Quattre Vent" (si veda la voce relativa) assumendone la carica di Direttore responsabile. L' Associazione attiva per 7 anni pubblicò in 5 numeri della rivista omonina "I quattre vent" contenente saggi di arte, storia e dialetto urbinati, espletando due concorsi di poesia dialettale nell'ambito di tutta la provincia. I volumi hanno alte tirasture e giungono in tutte le frazioni del Comune favorendo l'unità della cultura.
Dal 1980 al 1985 e oltre, nello stesso periodo della direzione de "I quattre vent" condusse a Radio Urbino Montefeltro una trasmissione settimanale in italiano e dialetto, di storia del ducato di Urbino, di Raffaello Sanzio , di lettura e commento di poeti come Gozzano e Pascoli, di interessanti pubblicazioni ambientate nella provincia di Pesaro-Urbino. La radio Montefeltro ha un raggio di azione che oltrepassa i confini della provincia per giungere al nord di Rimini e al sud ad Ancona .
Nel periodo 1982 - 1895 venne inserito, per il suo passato da insegnante, nella Associazione Nazionale Maestri Benemeriti, con sede centrale a Roma e sede locale a Pesaro.
Dal 1985 al 1995 tenne in vita con l'aiuto di amici la decadente Sezione ex combattenti di Urbino dandole il posto che merita in provincia. Ne venne eletto presidente, carica che assunse per 10 anni.
1987-2000 - Accettò l'incarico gratuito di linguista nel giornalino della Comunità di Trasanni, frazione di Urbino. Nel periodo furono pubblicati più di 140 articoli. I temi riguardavano la lingua di oggi, i linguaggi speciali, i cambiamenti del lessico e della morfologia, le parole nuove, la formazione e la storia dei cognomi italiani, le frasi latine ancora in uso, e altro ancora. Il giornalino venne inviato anche agli urbinati che risiedono fuori ed è foglio di collegamento indispensabile.
Nel 1989 come iscritto a "Famiglia Marchigiana", con sede in Senigallia, venne chiamato a collaborare per un libro di storia del giornalismo nelle Marche. Partecipa con un lungo saggio su " I giornali di Urbino tra ' 800 e '900". Il volume viene pubblicato a cura dell'Assessorato cultura della Provincia di Ancona con grande successo.
Dal 1989 al 1994 - Viene chiamato a dare lezioni di lingua italiana a corsi di perfezionamento per stranieri a Urbania ( PU). L'organizzazione è a cura della Sezione "Dante Alighieri" di Urbania.
Nel 1998 fu nominato Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana con decreto del 27 dicembre 1998 O.L. Scalfaro (Clicca per dettagli).
Morì il 9 Luglio 2015 alla venerabile età di 94 anni. (Clicca per Necrologi)
Bibliografia estesa
(Su notizie fornite dalla Dott.ssa Marina Zampolini)
L'infanzia nell'Urbino degli anni '20 e le "prime passioni".
Alfredo Zampolini nasce nel cuore di Urbino antica il 10 luglio 1921, e cresce nella casa di Via Veterani prima e di Via delle Mura in seguito, con mamma Francesca e babbo Raffaele (clicca), personaggio quest'ultimo molto noto in città per i molteplici impegni e per la grande passione ginnico-sportiva, al quale è dedicato ai giorni nostri il Bocciodromo di Urbino.
Anche Alfredo si dedica, oltre che agli studi magistrali, allo sport, ed eccelle nella corsa. In seguito, quando lo sport cesserà di praticarlo comincerà... ad insegnarlo: infatti insegnerà per alcun anni come Assistente presso la Cattedra di Educazione Fisica e Sport nell'ambito dell' I.S.E.F. di Urbino, occupandosi in particolare di storia dello sport e dell'origine e sviluppo di gare e giochi della tradizione italiana.
Negli anni dell'adolescenza si manifesta in lui l'attitudine per la musica, che coltiverà negli anni della maturità, da dilettante, ma con grande passione, e nel culto dei classici della musica (clicca)
La II Guerra Mondiale e i "Combattenti"
A nemmeno vent'anni anni Alfredo è costretto ad interrompere gli studi
universitari, a lasciare la sua città, la famiglia ed i tanti amici per la
chiamata alle armi: viene destinato all'Italia meridionale, Sicilia e Puglia,
dove resterà per quasi 5 anni, conoscendo il combattimento, la ferita, la
prigionia presso l'esercito inglese. L'orrore della guerra farà di lui un
pacifista convinto, ma nel contempo l'orgoglio dell'ex tenente per il servizio
prestato al suo Paese ed il desiderio di non disperdere quella importante
esperienza di tanti concittadini suoi coetanei, lo ha condotto nel 1985 ad
impegnarsi per la rivitalizzazione e ad assumere la presidenza della Sezione di
Urbino dell' Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, per la quale si è
prodigato per 10 anni, portando tra l'altro la testimonianza della Sezione ai
Congressi nazionali dell'Associazione. Sempre vivo è rimasto in lui il ricordo
degli amici caduti in guerra ed il piacere di frequentare quelli che, come lui,
erano potuti "tornare a casa".
Fare il maestro nelle campagne urbinati nel dopoguerra e scrivere di questo
Tornato in Urbino alla fine della guerra Alfredo completa gli studi, mette su
famiglia ed inizia a fare il maestro elementare nelle scuole di campagna e di
piccoli paesi (Maciolla, Tavoleto, Gualdi, Schieti ecc.), dove viene a contatto
con la difficile realtà dei suoi scolari, figli di contadini, braccianti,
operai: i bambini non riescono a concentrarsi nello studio, perché arrivano a
scuola stanchi per il lavoro nei campi, talvolta sono denutriti e malvestiti: le
ore di scuola sembrano essere le uniche della giornata in cui viene loro
riconosciuto il "diritto di essere bambini". Alfredo coglie l'importanza di
valorizzare al massimo quel tempo sottratto alla fatica e cerca di adattare gli
insegnamenti accademici ricevuti a quella realtà, privilegiando un atteggiamento
pedagogico rispettoso della autonomia del bambino e nel contempo attivo e
stimolante, teso a suscitare l'interesse per lo studio nello scolaro attraverso
l'aggancio con la sua vita quotidiana.
Alfredo studiava e sperimentava, scriveva diari didattici, pubblicava le sue riflessioni sulle riviste per insegnanti elementari dell'epoca (Nuova Rivista Pedagogica, I Diritti della Scuola, Scuola e Città, Scuola Primaria, Vita dell'Infanzia ecc.) e infine condensava i pensieri e i sentimenti che quell'esperienza gli aveva ispirato in un libro "La scuola nei fossi" Edizioni A. Armando Roma 1973, un'opera a metà strada fra pedagogia e narrativa, molto intensa e coinvolgente, con uno stile asciutto e lontano da ogni retorica sulla "missione del maestro", opera che si collega agli scritti di Don Lorenzo Milani, del maestro Mario Lodi e al pensiero di quanti, negli anni '60 e '70, avevano a cuore che la scuola pubblica accogliesse proficuamente anche i figli dei poveri.
Gli alunni di Alfredo hanno "sentito" l'interesse profondo che il maestro aveva per loro e da adulti non hanno mancato di testimoniargli il loro affetto e la loro gratitudine. In particolare, quando Alfredo ha compiuto 80 anni, li ha "ricercati" uno ad uno, ed hanno fatto insieme una bella festa, di cui anche la stampa locale si è interessata. Del resto anche Alfredo ha sempre avuto vivo nella mente e nel cuore il ricordo del suo maestro Barcaroli (clicca): una significativa tradizione di impegno e riconoscenza nella scuola urbinate del secolo appena trascorso!
Per il suo impegno come insegnante nel 1982 Alfredo viene accolto nella Associazione Nazionale Maestri Benemeriti-Sezione di Pesaro - Urbino
La famiglia
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Alfredo si sposò nel 1947 con la bellissima urbinate Zaira Palombi [foto a sinistra], insegnante elementare, fortemente impegnata, insieme a lui, nel rinnovamento pedagogico e didattico della scuola primaria portando avanti iniziative d’avanguardia per i tempi, da cui ha avuto una figlia, Marina. Dopo la morte di Zaira, avvenuta nel 1954, Alfredo ha sposato nel 1957 Maria Palombi, sorella della moglie defunta. Alfredo Zampolini dedicò alla figlia il diario "E' nata una figlia" relativo ai suoi primi tre anni di vita: il diario è depositato nell'Archivio Diaristico-Nazionale presso il Comune di Pieve S. Stefano (AR). La foto qui a destra ritrae Alfredo, Maria e Marina nel 1968 a Montecatini. [Foto Montecatini] |
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La scuola cambia e i dirigenti si rinnovano
Divenuto (1962) Direttore Didattico a seguito di pubblico concorso, prima a Cagli e quindi nel II Circolo Didattico di Urbino, con sede a Piansevero, Alfredo partecipa con impegno alle profonde trasformazioni didattiche ed organizzative che attraversano la scuola italiana negli anni '70: si mettono a punto nuovi sistemi di valutazione degli apprendimenti, si sperimentano nuove modalità di rapporto fra la scuola e la società, a partire dalla diretta partecipazione dei genitori alla vita scolastica: Alfredo sperimenta e riflette sulle innovazioni, collaborando alle ricerche promosse dall'Ispettorato Centrale della Scuola Elementare, ed affronta il rinnovamento della scuola anche da un punto di vista sindacale: è infatti in quegli anni tra i soci fondatori a livello nazionale del Sindacato Autonomo Scuola Elementare (S.N.A.S.E.), diventa Segretario della Sezione provinciale di Pesaro e curò i rapporti con il Direttivo Nazionale a Roma.
Alfredo in quegli anni fu molto attivo: cerca e promuove il confronto delle idee, sperimenta, studia e soprattutto... scrive: saggi, articoli, ricerche; il ticchettio della Olivetti lettera 35 è stato per anni la colonna sonora delle sue serate, intervallato ogni tanto da un brano di Beethoven o di Mozart.
Dialetto e tradizioni locali
Dopo il pensionamento, il capitolo più importante dell'impegno culturale di Alfredo è senz'altro quello legato alla riscoperta ed alla valorizzazione, anche in senso letterario, del dialetto urbinate, ed allo studio delle tradizioni locali. Autore egli stesso di poesie dialettali, più volte premiate nell'ambito locale, Alfredo fonda nel 1979 insieme ad un gruppo di cultori e appassionati dell'espressone dialettale l'Associazione "Gruppo Dialettale Urbinate" e ne diventa presidente per 5-6 anni. Dopo il successo di un primo volume di poesie in vernacolo, che esce con il titolo "I fior di camp", il Gruppo dà vita ad una rivista di letteratura dialettale "I quattre vent", che accoglie le produzioni in poesia e prosa di urbinati residenti ed "emigrati", che mantengono così un collegamento con la vita culturale della loro città. Queste pubblicazioni vanno letteralmente a ruba e per anni ne vengono richieste ristampe e ormai introvabili nel normale mercato librario. La città risponde con vivo interesse alle sollecitazioni dell'Associazione, e Alfredo stesso incrementa la sua produzione di opere in dialetto ed anche in lingua, ma sempre strettamente legate al vocabolario ed alla cultura tradizionale urbinate. Vengono così pubblicati, fra gli altri, "Fai co' ", silloge di racconti legati alla vita contadina nelle campagne urbinati negli anni fra le due guerre, edita nel 1984, e "L'uovo del gallo" edita nel 1999, un "dizionario" accurato e sorprendente che raccoglie i proverbi ed i modi di dire locali, pubblicato e presentato alla città a cura dell'Amministrazione Comunale, ed un vero e proprio vocabolario del dialetto urbinate "Parole nostre". Alla produzione letteraria in vernacolo Alfredo ha affiancato lo studio scientifico della dialettologia, grazie anche al sostegno ricevuto dal prof. Sanzio Balducci, dialettologo docente presso l'Università degli Studi di Urbino, e fu così stimolato ad approfondire anche la conoscenza della linguistica italiana, soprattutto per quanto riguarda l'evoluzione della lingua nel tempo (neologismi, linguaggi gergali e settoriali ecc.). La sua vocazione pedagogica lo ha spinto quindi a divulgare i risultati di questi approfondimenti linguistici in articoli tanto semplici da comprendere quanto accurati e rigorosi nel contenuto, pubblicandoli soprattutto sul periodico "L'ulivo" della Comunità Parrocchiale di Trazanni, con cui ha collaborato dal 1987 al 2000 con circa 140 articoli. Inoltre dal 1980 al 1985 ha tenuto presso i microfoni di Radio Urbino Montefeltro una rubrica settimanale di storia locale e di letteratura italiana e dialettale, molto seguita ed apprezzata. Iscritto alla associazione culturale "Famiglia Marchigiana" con sede a Senigallia, nel 1989 viene chiamato a collaborare ad un libro sulla storia del giornalismo nelle Marche: partecipa con un lungo saggio su "I giornali di Urbino tra '800 e '900", pubblicato a cura dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona.
Dal 1989 al 1994 viene chiamato a dare lezioni di lingua italiana ai corsi di perfezionamento per stranieri organizzati in Urbania dalla locale Sezione della "Dante Alighieri": un'esperienza che amplia in maniera significativa gli spazi d'intervento di Alfredo attraverso un confronto interculturale.
Esperienza di teatro dialettale
Nel 2001 Alfredo,sempre alla ricerca di nuovi spazi di comunicazione, in età già avanzata compone una commedia in dialetto, "La Scampanata", che viene rappresentata al Teatro Sanzio di Urbino con il patrocinio del Comune, con grande partecipazione di pubblico. Il successo della rappresentazione dà luogo a diverse repliche e all' interessamento delle emittenti locali; il suo testo, pubblicato nel libro "V' l'arcont in dialett", vince il III concorso per la prosa bandito dall'Associazione Pro Urbino, e rappresenta l'inizio di una lunga serie di commedie in dialetto, di diversi autori, che andranno in scena al Sanzio negli anni successivi (clicca). "La Scampanata", come tutta la produzione dialettale di Alfredo, pur risultando molto divertente non ha scopi di puro intrattenimento, ma affronta tematiche umane e sociali di rilievo,quali le relazioni familiari nelle campagne urbinati dei tempi passati, rappresentate non con toni nostalgicamente idilliaci, ma piuttosto nella loro complessa realtà, anche con riferimento ad aspetti di sorprendente attualità. Nel 2003-2004 Alfredo compone una trilogia teatrale in lingua, dedicata ai grandi del Rinascimento urbinate:
"Un principe del Rinascimento: le guerre i libri il denaro di Federico da Montefeltro", immancabile omaggio al colui che ha fatto grande Urbino nei secoli
"Gli sposi quasi felici - In Urbino ducale fra Montefeltro e Della Rovere", riferito alle vicende di Guidubaldo da Montefeltro e di sua moglie Elisabetta Gonzaga
"Chi ha paura di Raffaello Sanzio?", uno scherzoso divertente omaggio al "divino" pittore ambientato ai giorni nostri.
Le tre commedie, più impegnative delle opere dialettali in termini di rappresentazione, sono tuttora in attesa di essere offerte al pubblico, per un teatro divertente ed istruttivo, particolarmente interessante per le giovani generazioni
"Siamo tutti figli dello stesso padre"
Alfredo ha sempre connotato il suo impegno educativo,sociale e culturale con una particolare attenzione ai bisogni dei più deboli, orientamento questo che affonda le sue radici in una religiosità profondamente sentita. In quest'ottica Alfredo ha collaborato nei primi anni '90 con la Diocesi di Urbino per l'attivazione e la conduzione del servizio di "Telefono Amico", dedicato alle persone in difficoltà e minacciate dalla solitudine, ed in seguito ha collaborato con la propria Parrocchia, l' Annunziata, per la conduzione di piccoli gruppi familiari di preghiera e di lettura evangelica.
Nel 1994 ha pubblicato "Confiteor-perdizione, speranza e salvezza", una silloge di racconti di ispirazione spirituale e religiosa, pubblicazione introdotta da una presentazione da parte dell'allora Vescovo di Pistoia monsignor Simone Scatizzi, letterato anch'egli, con il quale Alfredo aveva avuto occasione di venire in contatto.
L'attenzione verso i più sfortunati e l'amore per i bambini si sono felicemente combinati nel fare di Alfredo, già da vari decenni, un antesignano delle adozioni a distanza: in questo modo diversi bambini indiani hanno potuto godere della sua generosità per ricevere un'istruzione e così costruirsi un avvenire.
Gli anni recenti
Dal 1998 Alfredo è nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della
Repubblica Italiana con decreto del 27 dicembre 1998 O.L. Scalfaro (clicca), per le benemerenze acquisite con il suo impegno sociale e
culturale.
Dal 1990 in poi costituisce il punto di riferimento per gli scambi fra i membri
di un "Club", da lui fondato, per facilitare la comunicazione, soprattutto
epistolare, fra persone con problemi agli arti inferiori, disseminate su tutto
il territorio nazionale.
Morì il 9 Luglio 2015 alla venerabile età di 94 anni. (Clicca per Necrologi)
Il 16 marzo 2019 il Comune intitola ad Alfredo Zampolini una Via della città:
VIA ALFREDO ZAMPOLINI (clicca)
Il 5 Luglio 2021 "IL DUCATO" ricorda il centenario della nascita di Alfredo Zampolini (clicca)