Hanno scritto su Tessere
Manni Editore, 2004
Collana: Occasioni curata da Anna Grazia D'Oria
Copertina: Foto di Maria Mancini
Progetto grafico: A. Mangia
Stampato
presso Piero Manni s.r.l.
Dedica: a Filippo nato al Cario
il 30 Aprile 2004
INDICE
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RACCONTI
|
09 Fra
lume e scuro |
19 Senza
lenti |
27 Mutatis
mutandis |
37 Non
scappo io |
49 Giusto
in tempo |
CRONACHE |
61 Firenze,
marzo 1984 |
65 Roma,
febbraio 1988
73 Londra,
inverno 1994 |
83 Malta,
primavera 1995 |
95 Urbino,
20 maggio 1995 |
101 Numana,
agosto 1995 |
105 Praga,
primavera 1996 |
111 Urbino,
9 sett. 1999 |
115 Pointe-Noire
Congo
giugno 2000 |
137 Fano-Urbino,
1 sett. 2001
|
Hanno scritto:
Gastone
Mosci
Caterina
Camporesi
Giancarlo Cecchini
Anna Elisa
De Gregorio
Maria Grazia Maiorino
Luciana
Montanari Veltri
Racconti:
Mutatis mutandis
Cronache:
Praga, primavera 1996 |
IV di copertina:
Bambine e adolescenti, le cui anime
si profilano sullo sfondo
degli anni Cinquanta e Sessanta, rivivono le loro vicende in cinque
racconti, offrendo all'autrice sentieri di memoria
rintracciabili anche nelle cronache (1984-2001). In esse,
l'immediatezza dello sguardo intreccia quotidianità, viaggio,
ironia, meditazione, incanto.
I fili dell'origine e del mutamento legano le due parti del libro a
continue variazioni espressive, su un ritmo di fondo gradevole e
accattivante, sicuramente non artificioso.
Tessere il tempo:
“Tessere” di Germana Duca Ruggeri
edizioni Piero Manni, Lecce 2004, € 15,00.
di Anna Elisa De
Gregorio
La copertina del
libro ci suggerisce in foto un telaio trapassato dalla luce con dei fili
preparati fra i licci per la tessitura. E in alto, un po' inquietante, una spola
caricata di rosso.
Fili che si
intrecceranno per tessere il tempo, per parlare di storie attraverso la memoria.
Con i suoi chiaro-scuri. Questo (per continuare con il gioco della tessitura) il
filo conduttore del libro, che per strada già si è arricchito di un premio, il
“Falconarti 2005” per la narrativa edita.
Cronache:
parliamo di “Tessere” cominciando dalla fine, così che le ultime cose lette
diventino le prime. La seconda parte del libro, infatti, è un carnet di viaggio,
dall'88 al 2001, e termina con l'attentato alle Torri Gemelle. Appunti presi, si
può immaginare, ad un tavolino di caffé o in una stanza d'albergo o anche a
scuola, durante gli intervalli. Note volanti che scorrono il tempo, che parlano
certo di luoghi esotici, di arte, di mostre, di natura, ma soprattutto di
poetiche intuizioni, di rimandi personali, di riflessioni su un mondo che
cambia, caratteristiche distintive della scrittura di Germana Duca Ruggeri.
Tutto questo mi
ricorda lo scrittore e poeta Cees Nooteboon, che nei suoi libri di viaggio parla
di “stanze dell'anima” e di “pellegrinaggi interiori”. Anche lo stile da
taccuino, da diario, che forse rimarrà nel cassetto o forse no, è vicino a
quello di Cees Nooteboon. Il viaggio è libertà e Germana adotta questo stile
anche nella scrittura, a volte colta e precisa nei riferimenti, nel nominare
luoghi, monumenti, vie, più spesso familiare, informale, un po' ironica, un po’
poetica (“me ne avvolgo un raggiolino intorno al collo”). Briciole di zucchero e
briciole di sale. Come non pensare al dialetto, la lingua familiare per
eccellenza. E' il momento di aprire una parentesi per ricordare i due precedenti
libri di poesia di Germana Duca Ruggeri: “Distanzainstanza” del ‘99 e “Ex ore”
(Marsilio, 2002). Quest'ultimo in dialetto urbinate. Ecco che tutto si collega,
tutto circolarmente si spiega.
Racconti:
e adesso possiamo tornare all'inizio del libro, cioè alle cinque “tessere” che
occupano la prima parte, tasselli che hanno come protagoniste piccole donne
prese nella loro “terra di mezzo”(a parte l'ultimo che appare un po' slegato
dagli altri), in quell'età in cui si è considerate né carne, né pesce, quasi
invisibili agli adulti.
Ritratti minuti
di minute realtà quotidiane, che appaiono straordinari perché raccolti in uno
stile intimo, attraverso un pennello attento ad ogni variazione del tempo e
degli umori, sensibile come il naso di un maestro di profumi, che si sposta
lungo tutto un decennio, quello degli anni cinquanta.
I nomi cambiano,
ma è un solo personaggio che si guarda allo specchio e riflette le avventure a
volte tragiche (“Non scappo io”), a volte ironiche (“Mutatis mutandis”) e le
ribellioni (“Senza lenti”) delle ragazzine che tutte noi siamo state.
Anche i luoghi
dove queste vicende trascorrono sono una “terra di mezzo” fra campagna e città,
hanno i profumi e le contraddizioni dell'uno e dell'altro luogo.
Sembra d'essere
all'inizio del secolo scorso, in un tempo lontano lontano e, invece, girando le
pagine, ci accorgiamo che tutto ci appartiene, tutto è stato nostro e rinasce
limpidissimo nella memoria.
Alla fine
abbiamo letto un unico lungo racconto commosso, un riconoscimento di come
eravamo, recuperato nel miracolo della scrittura.
Scrittura sempre
concreta, tersa, solo all'apparenza minimale, fatta di precisi rimandi che ogni
volta ci riportano lì, in mezzo al cuore che batte, che ha il colore rosso di
quella spola di telaio a forma di mandorla in copertina.
Stringhe:
fra l'uno e l'altro dei cinque racconti, quasi a legarli insieme, leggiamo delle
notazioni, degli ex ergo molto belli, che ci riportano alla Germana poeta;
colpiscono per profondità e rigore. Li nominiamo qui alla fine di queste brevi
considerazioni non a caso: sono come l'essenza e l'anima di tutto il libro,
danno la misura della conquistata leggerezza di toni usata nei racconti, dove
tutto è implicito, evocato. E della capacità della scrittrice di cogliere “la
mandorla” interna alla vita, propria dei poeti.
IL
MESSAGGERO 25-11-2004
Urbino, le "Tessere" di Germana
Duca Ruggeri
Alcune opere possono
essere tessuti con cui coprirsi quando si ha freddo, altre
delle reti con cui catturare i sogni, altre ancora ragnatele
per imprigionare i fantasmi. Tutto questo insieme sono i
racconti di Germana Duca Ruggeri pubblicati dalla piccola ma
raffinata casa editrice Manni. Il libro, non a caso
intitolato Tessere,
raccoglie vere e proprie novelle, cronache e lacerti
diaristici ambientati nelle Marche, a Parigi e altrove.
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