II
problema dello spazio, dell'air ambiant, in cui si trova collocata
l'opera d'arte e in cui questa viene a contatto con il riguardante; rappresenta
un termine di riferimento primario per tutte le declinazioni linguistiche della
scultura di Vincenzo Tiboni. Del resto, la sua ricerca plastica guarda con
avvertenza alla superficie, al piano, come inizio di un'operazione corrodente la
forma chiusa. Ed è appunto nella texture, nelle due dimensioni
dell'altezza e della larghezza, più che in quella della profondità, che si
verifica l'incontro tra scultura e pittura, entrambe tendenti, in un dato
momento, a realizzare archetipi antropomorfi che sconfinano, direbbe Heidegger,
in una Erscheinung, in un' "apparizione". (F. De
Santi)
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Il volo
2008
metallo cromato e dorato
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Navicella
2008
metallo cromato e dorato
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IL cavallo di Fernanda
2008
bassorilievo in plastoforma, cm 47 x 37
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Il cavallo di
Maurizio
2008
bassorilievo in plastoforma, cm 48
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"II soldato del ciclo. Emblema della libera
circolazione delle idee. Vigile di tutti coloro che, autenticamente
indipendenti e vessilliferi di stabili valori, affermino con la loro arte
odio e rabbia per ogni forma di ambiguità"
(V. Tiboni) |
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Il soldato del cielo
2002
pietra di Urbania
50 x 15 x 9 cm |
"II soldato del ciclo. Emblema della libera
circolazione delle idee. Vigile di tutti coloro che, autenticamente
indipendenti e vessilliferi di stabili valori, affermino con la loro arte
odio e rabbia per ogni forma di ambiguità"
(V. Tiboni) |
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Mirmex
2002
pietra della Cesana
30 x 41 x 8 cm |
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Il soldato del cielo
2002
pietra di Urbania
31x 12 x 9 cm |
Nelle sculture di pietra e ottone dorato
anche Tiboni elimina, come Arp, ogni successione, ogni gradualita
d'immagine. (F. De Santi) |
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Il segno di Apollo
2002
pietra della Cesana
30 x 40 x 8 cm |
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Il soldato del cielo
2002
pietra di Urbania
47 x 14 x 9 cm |
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Shar-Apshu
2002
pietra della Cesana
33 x 41 x 8 cm |
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Bufago 2001
pietra della Cesana
urbinate
84 x 70 x 10 cm |
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Telegono 2001
pietra della Cesana
urbinate
65 x 74 x 10 cm |
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Angelo 2001
pietra della Cesana
urbinate
93 x 78 x 10 cm |
... si organizzano le masse plastiche che coinvolgono, con il
loro
élan vital,
lo spazio
circostante. Si osservi come nell'Angelo
del 2001 la pienezza delle superfici tattili, toccando accenti di un'accorata
sensualità,
è assai diversa dallo scattante, secco distendersi dei piani sotto i profili
emergenti dei soldati del cielo dell'anno prima ...
(F. De Santi) |
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Etana, 1999
Pietra della Cesana
urbinate colorata
e
ottone dorato
45 x 45 x 10 cm |
... il rapporto
con la pittura, che non occorre immaginare, perché la forma ne è già
l'immagine fedele, crea nelle pietre e nei bronzi un'altra spazialità, che
porta la cifra iconica verso la calma monumentale di una compagine
architettonica...
F. De Santi) |
Dalla presentazione della
mostra di scultura a Cascina Grande
di Franco Migliaccio
Vincenzo Tiboni è un artista
che s'esprime contemporaneamente con i linguaggi della pittura, della
scultura e della grafica...In questa sede mi occuperò del Tiboni impegnato
in quella forma d'espressione, la scultura, in cui riesce a trovare, secondo
il mio personalissimo giudizio, il respiro più ampio, l'ispirazione più
profonda.
La scultura è per l'artista
urbinate un punto d'arrivo, egli vi approda infatti in tempi relativamente
recenti, almeno per quanto riguarda la continuità di lavoro e la
sistematicità con cui ha iniziato a dedicarvisi... L'artista ha lavorato
complessivamente ad alcuni grandi gruppi di opere; il primo è tematicamente
un'estensione del lungo discorso avviato da parecchio tempo con la pittura
ed ha come argomento il dualismo uomo-macchina. Si tratta dello sviluppo in
forme plastiche di vere e proprie allegorie meccaniche nell'ambito di un
deleterio feticismo industriale. Ruote dentate, forme allusive di ingranaggi
stritolanti, esseri arcaici che assumono le sembianze di un macchinismo
invasivo, fagocitante, antichi miti che trasmutano in congegni curiosi o
frammenti di essi...esplosi di creature tecnologiche da odiare o amare, da
accogliere o respingere; che confluiscono, ancora, in una dimensione
fantastica, surreale. Al secondo gruppo appartengono, invece, le "Tracce",
una serie di opere annunciate dall'attività incisoria e della quale quelle
plastiche risultano concettualmente complementari.
Si tratta di legni laccati,
monocromi e bidimensionali, strutturati in forme lievi e sinuose, ove ombre
e luci, rilievi e controrilievi coesistono nella lievità e nella leggerezza
del bianco. Sono immagini interiori, dominate da un silenzio assoluto, un
silenzio accentuato da quel senso d'impalpabilità che solo il bianco -la
luce per eccellenza- sa dare...
Nel terzo gruppo troviamo
diverse realizzazioni che non seguono un preciso modus operandi
(stilistico o tematico) coerente e omogeneo, ma che hanno agio di muoversi
con maggiore libertà nell'universo espressivo di Tiboni...Le forme astratte
di Tiboni sono insomma ricche di concretezza ideale-, esse provengono dal
mondo reale e giammai sono tentate dall'isolamento dal contesto della
realtà. Sono cifre stilistiche di una scrittura morbida, sostanza estrema e
non apparenza di un linguaggio che ha ancora molto da dire e da comunicare.
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