XVI° Concorso 2017 |
Ricordo del M° Sergio
Le immagini ed i testi che appaiono in questo volume sono stati
raccolti ed elaborati da MICHELE GIANOTTI
e da ALBERTO LUMINATI
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ALCUNE CARTOLINE e FOTO D'EPOCA (CTRL + per ingrandire; CTRL - per diminuire)
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a SX: Urbino. Piazza 8 Settembre - 1914 L’attuale piazza della Repubblica si chiamava così in ricordo dell’8 settembre 1870, data di inizio della presa di Roma, quando l’esercito del Regno d’Italia cinge d’assedio la futura capitale. I palazzi sono immutati, ma l’arredo urbano è cambiato: al centro della piazza svettava infatti l’antica ara con colonna, entrambe romane, oggi visibili in largo san Crescentino (a metà di via V. Veneto). Sulla sommità, prima della statuetta del Santo, si ergeva un’aquila dalle ali spiegate. Sulla sinistra invece vediamo una struttura temporanea col balaustra e lampioni. Nel 1908 la colonna farà spazio alla fontana che c’è tuttora.
a DX: Urbino. Via S. Paolo - Inizio ‘900 Via Saffi, già san Polo, è qui italianizzata in san Paolo. Questo tratto della via è pressoché immutato, salvo per la pavimentazione più moderna, i lampioni ovviamente rimodernati e gli isolatori dei cavi elettrici ai muri. Sulla sinistra, sotto il piccolo campanile di san Paolo, fa bella mostra l’orologio che era mantenuto dal comune come uno degli orologi cittadini. Oggi è quasi del tutto rovinato.
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Urbino. Via Lavagine - Inizio ‘900 La cartolina, presa da circa metà via, presenta in primo piano l’incrocio con via sant’Andrea, che sale sulla sinistra. A destra invece continua la discesa della strada principale che si conclude con la porta. Il gruppo di persone è assiepato per lo più nei dintorni del pozzo, ma nello slargo altri due punti erano di grande interesse all’epoca: sulla sinistra la fonte del Leone, detta anche della Barberina, è visibile per via del muro di chiusura scenica che venne in seguito abbattuto. Al centro, l’edicola della Madonna della Misericordia è ben evidente. Oggi è stata spogliata della struttura lignea esterna, ma rimane la formella in ceramica datata 1751. La piazzetta era il cuore sociale della contrada di Lavagine, proprio per la presenza di pozzo, fontana e edicola; ha perso questo ruolo, oltre che per lo spopolamento del centro, dopo la rimozione del pozzo effettuata per agevolare il traffico delle auto.
Urbino. Chiesa di S. Francesco e Contrada Raffaello - Gennaio 1916 La cartolina ritrae l’odierna piazza della Repubblica dall’incrocio con via Vittorio Veneto. Non molta gente affolla la piazza in un’ora vicina a mezzogiorno, tra cui alcune donne con lunghi e coprenti abiti. Da notare il bambino sorridente inquadrato di sfuggita in basso a destra; i cavi dell’elettricità sospesi lungo i muri delle case; uno degli antichi lampioni della piazza sospeso su via Raffaello, di cui un esemplare originale è conservato al Museo del Gabinetto di Fisica. Infine, in piazza sono presenti vari cumuli di sampietrini: probabilmente si stava rifacendo la pavimentazione.
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Urbino. Via Mazzini già Valbona - Inizio ‘900 Se non fosse per alcuni particolari, per quanto riguarda i palazzi la via è sostanzialmente immutata. Oltre alle vesti dei passanti, possiamo infatti notare un signore che si sporge da una finestra sulla destra per essere immortalato. Sulla sinistra un fondo senza porta presenta un cancelletto: probabilmente fungeva da rimessa per qualche carretto. La strada è occupata solo dalle persone e da alcuni oggetti appoggiati fuori delle case, come botti, casse, legna e cerchi da botte.
Veduta di Urbino dalla strada Nazionale - Anni ‘30 La fotografia è stata scattata all’altezza dell’unica casa presente tra il Mercatale e il bivio dei Cappuccini, dove la strada fa un piccolo slargo. L’antico ‘guard rail’ era costituito da una semplice collinetta di terra. Sono tre le differenze che si possono notare rispetto ad oggi: la scarsità del verde sulla collina a sinistra, oggi quasi impenetrabile; la Data priva di tetto col muro in rovina; i tetti di Palazzo Ducale ancora con le soprelevazioni ben visibili rimosse nel Novecento.
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Urbino . Stazione Ferroviaria La veduta è presa dai campi circostanti la strada che da Urbino conduce alla stazione. L’edificio non è quello attuale, bensì quello prebellico. È poi presente anche una seconda casupola in seguito abattuta. Una locomotiva a carbone e alcuni vagoni sono fermi ai binari, mentre sullo sfondo i campi coltivati e i versanti brulli denotano un eccessivo sfruttamento boschivo oggi fortunatamente terminato. Durante il periodo bellico, la stazione fu occupata prima dall’esercito italiano e poi dai tedeschi perché nella galleria che da lì portava a Trasanni era stato installato un deposito di munizioni.
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Urbino. Panorama - Anni ‘50 La cartolina ha come punto d’osservazione la strada cosiddetta panoramica, ovvero via Fratelli Rosselli. Il Carpegna in lontananza fa da sfondo alle nuove case costruite in via Giro dei Debitori, via del Popolo e, le più lontane, in via Brandani, prolungamento di via Gasperini. È l’inizio dell’espansione fuori dal centro storico, quando moltissime famiglie lasceranno le vecchie e malsane abitazioni dentro le mura per case nuove, spaziose e munite di ogni comfort. Rispetto ad oggi, mancano ancora altri edifici di via Giro dei Debitori, via della Rocchetta, via Giovanni Santi e via Muzio Oddi, palazzi che sarebbero ben visibili da questa posizione.
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a SX: Urbino. Convento di Santa Chiara - 1909 La cartolina, che raffigura principalmente via santa Chiara, è presa dalla piazzetta Pompeo Gherardi, e guarda dunque verso il monastero intitolato all’omonima santa, all’epoca usato come ospedale. Sulla via svetta la cupola della chiesetta a pianta circolare. Il muro sulla sinistra delimitava i giardinetti pubblici dove oggi è stata parzialmente scavata una domus romana. Sulla destra invece l’estremità del palazzo del seminario, a cui è fissato un traliccio per l’elettricità. Da notare il tipico pavimento della strada all’urbinate.
a DX: Villa dei Bambini del Popolo - 1930 La fotografia ritrae il famoso e ancora attivo asilo Villa del Popolo, che all’epoca aveva un caratteristico tetto incorniciato in legno alla montanara. In primo piano un calesse i cui proprietari rivolgono lo sguardo al fotografo.
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