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ANTONIO FABI   Qinto Rulliano Valente

 

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CRONACHETTA IN SEI OTTAVE

 

1.

La rima ottava, stanza principale

di tutti i grandi del Rinascimento,

fu praticata in maniera regale

e fu la  base per l’allestimento

di un grande corpus che non ha l’eguale

nel letterario nostro firmamento:

Tasso, Boiardo, Tassoni ed Ariosto,

con Pulci e Berni stanno al primo posto.

 

2.

Cavalieri fortissimi e furiosi,

dame dalla bellezza leggendaria,

maghi e mezzi giganti bellicosi,

grazie all’ottava sbucano dall’aria.

I morti sono sempre numerosi,

e, da un cantare all’altro, poco varia.

Ma in quel tremendo, infernale clangore

Vigeva sempre un codice d’onore.

 

3.

Esempi tratti dalla storia vera

conoscevano i grandi rimatori,

che dedicarono una vita intera

a dire di Cristiani, Avari e Mori.

La figura più affascinante e fiera,

che conquistò tanti dorati allori

fu quella dell’invitto Saladino,

ben più clemente del mondo latino.

 

4.

Se osserviamo le imprese dei crociati,

i massacri e i volgari tradimenti,

che tali paladini consacrati

commisero anche in danno dei credenti,

vedremo che non furono soldati,

ma avventurieri crudeli e impudenti,

bramosi di denaro al punto tale

da saccheggiare l’Impero Orientale.

 

5.

Poi volle il Fato che, a stupire il mondo,

un principe di rara intelligenza

si discostasse dall’agire immondo,

dalla barbarie e da tanta indecenza.

Quest’Uomo fu Federico Secondo,

esperto in tutte l’arti e in ogni scienza,

che senza nefandezze, scontri o guerre

ebbe il passaggio sulle sacre terre.

 

6.

Ma, in nome di Lutero e di Maometto,

del Nazareno, di madonne e santi,

si riprese quel gioco maledetto
in danno di reietti ed ignoranti.
Le bombe e i bombardieri uguale effetto
causano e fanno il gioco dei furfanti,
che parlano di pace restaurata
su una nazione desertificata.